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Repubblica-Napoli- "Cara Moratti, perché la scuola non è uguale anche per me?"

LA LETTERA Le sei domande di Francesco, dodicenne disabile che frequenta la quinta elementare "Cara Moratti, perché la scuola non è uguale anche per me?" ANTONIO NOC...

20/12/2004
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la Repubblica

LA LETTERA
Le sei domande di Francesco, dodicenne disabile che frequenta la quinta elementare
"Cara Moratti, perché la scuola non è uguale anche per me?"
ANTONIO NOCCHETTI


Cara Moratti, sono Francesco, un bambino napoletano di 12 anni, come dicono gli altri "disabile", e frequento la V elementare. Le scrivo per farle alcune domande, a dire il vero le domande gliele vogliono fare anche i miei genitori, che non capiscono molto di scuola e di leggi ma mi vogliono assai bene.
1) Perché in ogni classe della mia scuola sono aumentati i bambini? Addirittura ci sono due bambini come me nella classe di mio fratello e le maestre non ne possono più.
2) Perché la mia maestra di sostegno (io le voglio bene quando mi fa stare in classe con i compagni, non quando mi porta fuori perché disturbo) è cambiata anche quest'anno ed è venuta un'altra che sta con me solo un'ora e mezzo al giorno invece di 3 ore come gli anni precedenti?
3) Perché la direttrice ha detto ai miei genitori che non ci sono più i soldi per comprare il computer e che mi devo "scordare" che la scuola possa avere più attenzione per i bambini come me?
4) Perché la direttrice ha detto ai genitori di una bimba dell'asilo che l'aula di psicomotricità si sarebbe potuta allestire se il Fondo di istituto non fosse stato ridotto ancora? Adesso quei genitori sono disperati perché al centro dove la bimba va di pomeriggio le hanno chiesto di fare un programma integrato (si dice così) con le ore scolastiche.
5) Perché la mia direttrice, che è buona e sembra la nonna quando mi parla, ha detto a mamma e papà che sarà sempre peggio perché dall'anno prossimo per far risparmiare le tasse a tutti non ci saranno più le supplenti ed ogni scuola si organizzerà come può?
6) Un'ultima domanda, signor ministro, ma vorrei che mi rispondesse: forse è meglio che bambini come me e la mia amichetta dell'asilo stiano per conto loro, per esempio in una classe particolare? Così non daremo più fastidio alle maestre che da quest'anno non sono più tanto tempo insieme in classe (ore di compresenza). Non è meglio, allora, dire chiaro di tenerci a casa o di portarci in un istituto?
P.S. Mi scuso per aver usato il mio piccolo amico Francesco per parlare di aumento di alunni per classe, di continuità didattica, di tagli al sostegno, di riduzione dei fondi per attrezzature e laboratori, di riduzione delle ore di compresenza, di abolizione delle supplenze. Purtroppo di questi argomenti e di bambini come Francesco le scuole pubbliche ne sono piene (oltre 156 mila secondo il ministero). Chi scrive è rappresentante del Coordinamento genitori "Tutti a scuola" e presidente del consiglio del 16esimo circolo didattico di Napoli. Il 29 ottobre abbiamo consegnato al prefetto oltre 14 mila firme di cittadini che chiedono il mantenimento della legge sull'integrazione scolastica. Siamo in attesa.