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Repubblica-Scuola e sanità alle Regioni

Berlusconi: "Sono felice, manteniamo le promesse, il Polo è compatto". Le critiche dell'Ulivo Scuola e sanità alle Regioni Via libera al progetto di devolution del centrodestra ...

14/12/2001
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la Repubblica

Berlusconi: "Sono felice, manteniamo le promesse, il Polo è compatto". Le critiche dell'Ulivo
Scuola e sanità alle Regioni
Via libera al progetto di devolution del centrodestra
SILVIO BUZZANCA


ROMA '#8212; Umberto Bossi finalmente è riuscito a convincere il Consiglio dei ministri ad approvare il suo progetto di devolution. O meglio quello che resta. Perché, per il momento la "controriforma" federale del Senatur consiste nell'aggiungere un paragrafo al nuovo testo dell'articolo 117. Paragrafo pesante che dà alle regioni la possibilità di "attivare, con propria legge la propria competenza legislativa esclusiva" in materia di "assistenza e organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico delle Regioni, polizia locale". Un testo breve, insiste Francesco Speroni, braccio destro di Bossi, "come l'atomo, piccolo, ma pesante".
Un tentativo di addolcire la pillola. Nel testo, infatti, non c'è più traccia della regionalizzazione delle Consulta o della Camera delle Regioni. È sparito anche il comma che svincolava le regioni dal rispetto degli obblighi internazionali e comunitari. Un progetto che non è mai piaciuto al Quirinale e che Berlusconi ha preferito accantonare all'ultimo minuto. Insomma, per il momento si tratta di una devolution molto "leggera" che avrà bisogno di un supplemento di istruttoria previsto per gennaio. Servirà un nuovo disegno di legge costituzionale per completare l'opera è smantellare la riforma varata dall'Ulivo. Renato Schifani, capogruppo forzista al Senato, annuncia che sarà "un progetto più asciutto, più snello e più chiaro rispetto a quello dell'Ulivo"
Nell'attesa del nuovo testo, Bossi deve fare buon viso a cattivo gioco, incassare una vittoria parziale, annunciare un'approvazione rapida del suo testo. Magari con un primo passaggio alla fine dell'inverno, prima del congresso della Lega. E La Loggia gli dà una mano, confermando che a gennaio arriverà il resto della riforma e che Camera e Senato, per guadagnare tempo, lo esamineranno in parallelo. Si dice soddisfatto anche Gianfranco Fini che, tanto per avere un ruolo, pone il problema di attuare subito la norma su Roma capitale. Il Cavaliere, invece, vola in Belgio e si dice "molto felice". Uno stato d'animo motivato dal fatto che "abbiamo approvato con una compattezza assoluta la devoluzione, abbiamo mantenuto completamente gli impegni con gli elettori e con le forze della coalizione, che è assolutamente compatta".
Il centrosinistra, intanto, guarda con molta preoccupazione alle manovre di Bossi. Francesco Rutelli giudica la riforma "modesta e pericolosa". Pericolosa, dice il leader dell'Ulivo, "perché interviene per dividere l'Italia su due questioni fondamentali: la salute e la sanità da una parte e la scuola dall'altra". Piero Fassino, invece, invita Bossi "ad applicare la riforma democratica dello Stato approvata mesi fa dal Parlamento e confermata con un referendum popolare". E Cesare Salvi chiede lumi al ministro delle Riforme sul suo progetto. "Mi chiedo quale obiettivo persegua. dice l'ex ministro del Lavoro Vuol dire, allora, che in Italia ci saranno 20 sistemi sanitari e scolastici diversi, o venti linee diverse sull'ordine pubblico?". Il testo è oscuro anche per Elena Montecchi: secondo la vicepresidente ds alla Camera ,"questa riforma onora un patto politico tra la Lega nord e il resto della Casa delle Libertà. Bossi ha ottenuto che il suo slogan diventasse disegno di legge del Governo". E l'ex ministro per gli Affari regionali Agazio Loiero accusa: "Per ottenere la devolution Bossi ha ricattato il governo con una manifestazione di piazza nella quale l'Europa è passata come Forcolandia".