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«Ricorsi contro i brutti voti in pagella? Genitori, è irragionevole rivolgersi al Tar»

Il presidente del Tribunale amministrativo di Firenze: «è quasi impossibile valutare a posteriori un’esperienza che dura un anno». L’aumento dei ricorsi

07/03/2019
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Corriere della sera

Un esempio di ricorso irragionevole al Tar? A suggerire il paradigma delle cose da non fare è nientemeno che il presidente del Tribunale amministrativo toscano Manfredo Atzeni che durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Firenze - qualche giorno fa - è stato molto esplicito nel suggerire di riflettere bene prima di tentare la via giudiziaria a quei genitori che se la prendono con la scuola quando arriva la pagella (o la bocciatura): non rivolgetevi per forza a noi se i vostri figli vanno male a scuola. «E’ quasi impossibile - ha spiegato - valutare a posteriori la congruità di un giudizio che presuppone un’esperienza di vita in comune durata un anno». Di più, secondo Atzena «troppo spesso le impugnazioni si basano sul presupposto che l’offerta formativa non è stata sufficiente e per questo l’alunno deve essere promosso. Ma in questo modo si usa il meritevole sforzo del legislatore per aiutare chi presenta difficoltà obiettive come strumento per consentire a chi non si dedica allo studio di ottenere il pezzo di carta senza esserselo meritato».

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«Accettare le decisioni dell’autorità»

Non è il primo del resto Atzeni a denunciare un aumento di ricorsi riguardanti promozioni, bocciature e presunte ingiustizie in pagella. Già lo scorso anno l’allora presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, all’inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo, aveva commentato a proposito di questi ricorsi che «c’è una difficoltà di accettare la decisione dell’autorità che trova ulteriore espressione nei ricorsi con cui talvolta i genitori contestano la bocciatura dei propri figli a scuola».

Il picco dei ricorsi

Il numero di cause contro i voti in pagella e le bocciature è molto aumentato negli ultimi anni. Nonostante non ci siano stime o tabelle, basta scorrere le cronache dai tribunali amministrativi per accorgersi dell’aumento dei ricorsi. Sul web si trovano anche veri e propri manuali - a volte forniti da studi di amministrativisti - su come e per quali motivi si può tentare il ricorso. Ci sono 60 giorni dalla pubblicazione dei risultati per portare in giudizio la scuola. Tanto che l’Ufficio regionale della Toscana ha di recente pubblicato un vademecum per le scuole e i dirigenti scolastici su come comportarsi e quali passi intraprendere in caso i genitori contestino i voti.

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Il caso di Padova

Va detto che c’è una vasta giurisprudenza in cui i ricorsi vengono accolti ed è forse questo che spinge molti genitori a tentare la sorte per «salvare» i figli bocciati. Ci sono anche casi in cui vengono impugnati i buoni voti. Sopratutto alla Maturità, visto che possono servire per l’ammissione alle università straniere . A Padova due anni fa i giudici «salvarono» Marta da un 86 che l’avrebbe penalizzata per l’ingresso all’Università di Birminghan: secondo il Tar i professori della commissione non avevano motivato in modo corretto i loro voti.