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Ripristinare il tema di storia Il ministro ci sta pensando

Alla Maturità

05/10/2019
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la Repubblica

s.fio

Il ministro Fioramonti sta pensando di reintrodurre la storia tra le prove scritte della maturità? Le agenzie di stampa riferiscono il no secco opposto alla riforma dell’esame perché «cambiare la maturità è come ammettere che non si riesce a cambiare niente altro». Ma il titolare dell’Istruzione ha detto anche che «sulla esclusione della Storia dalle prove scritte è necessaria una riflessione», che non si possono ignorare gli appelli insistenti della società civile, e che sta valutando «interventi migliorativi capaci di modificare alcune componenti dell’esame» senza troppi scossoni. Insomma, l’immagine offerta dall’attuale ministro è di un cantiere aperto che potrebbe ridare vita alla prova di storia amputata dal suo predecessore. Anche la cornice in cui si è svolto l’intervento — ieri mattina a Roma al convegno del sindacato Gilda Quale futuro senza la storia? davanti a duecento insegnanti — lascia sperare che il nuovo governo lavori per ripristinare una prova che ha un valore simbolico importante: la centralità della conoscenza storica nella formazione delle nuove generazioni.

E’ anche grazie alla campagna di Repubblica con il

Manifesto per la Storia — scritto da Andrea Giardina e sottoscritto da Luciana Segre e Andrea Camilleri — che il tema ha acquistato centralità nel discorso pubblico, con conseguenze concrete nell’ambito universitario dove lo studio della storia è stato inserito in campi disciplinari in cui era assente. E confortanti appaiono i dati della nuova indagine presentata da Andrea Scavo di Swg su un piccolo campione di studenti e professori della secondaria superiore: sono gli stessi ragazzi a invocare conoscenza storica come bussola civile e come necessaria premessa per la costruzione del futuro.

Ma come rianimare un "bene comune" minacciato da molte insidie? Alla sfida del web e al contesto ostile di una politica ottusa — vedi la recente risoluzione europea che confonde comunismo e nazismo con giudizi storici abborracciati — hanno dedicato i loro interventi Adriano Prosperi, Andrea Giardina, Giovanni De Luna e Adolfo Scotto Di Luzio in un dibattito vivace. Con un appunto mosso dagli storici al ministro, inciampato nel "mal di pancia di Napoleone". Teorizzando la necessità di una storia non reticente sulle fragilità umane dei grandi, Fioramonti s’era lasciato andare a una dissertazione sui bisogni corporali dell’Imperatore e per questo ritratto con la mano sull’addome. L’ulcera di Napoleone come il naso di Cleopatra? L’immagine forse non è stata delle più felici. Ma l’importante è che la storia riprenda la sua centralità, a scuola e alla maturità. I segnali non mancano.