Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Salta la mediazione sul pasticcio dell’Iva, diritto allo studio in bilico

Salta la mediazione sul pasticcio dell’Iva, diritto allo studio in bilico

Alcuni Enti devono rimborsare milioni di euro alle Entrate, ma questo rischia di farli fallire. La sanatoria salta in commissione bilancio. Link: attacco agli studenti

30/05/2017
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Gianna Fregonara

E’ allarme rosso tra gli universitari dopo la bocciatura da parte della Commissione Bilancio della sanatoria sull’Iva per gli Enti per il diritto allo Studio, quegli istituti che in ogni regione gestiscono mense e alloggi per gli studenti a passo reddito che ne hanno diritto. In ballo ci sono decine di milioni di Iva, secondo l’Agenzia delle Entrate, indebitamente detratti da alcuni degli enti nel corso degli anni. Ormai alcune sentenze sono definitive ma altri accertamenti sono in arrivo. A creare il contenzioso una norma non chiara che ha portato a interpretazioni ambigue che oggi pesano come un macigno sugli Enti. Per questo sia nella legge di Stabilità 2017 e ora nella manovrina, erano stati presentati emendamenti per dirimere la questione in termini giuridici chiarendo una volta per tutte il regime fiscale di questi enti e prevedendo - con diverse formulazioni - una sanatoria per il passato, che metterebbe al riparo gli enti dal fallimento. Ma servirebbero almeno 28 milioni di euro per il prossimo anno e poi ancora altri, che non risultano coperti secondo la Ragioneria dello Stato.

«Un attacco agli studenti»

«Questi emendamenti erano necessari per mettere fine alla lotta fra enti pubblici scatenatasi negli scorsi mesi e quindi salvare gli Enti per il Diritto allo Studio dal fallimento,- protesta ora Andrea Torti, coordinatore di Link Coordinamento Universitario- il parere negativo del Governo agli emendamenti comporta un attacco diretto alle studentesse e agli studenti!». La questione è lunga e risale addirittura a più di vent’anni fa.

La soluzione politica

Il primo Istituto finito sotto osservazione era stato quello di Pavia, condannato definitivamente in Cassazione nel 2o11 a pagare dieci milioni di euro, tra restituzione dell’Iva indebitamente detratta e multa. Ma l’anno scorso l’Agenzia delle Entrate ha controllato anche Toscana e Friuli Venezia Giulia, chiedendo anche a loro la restituzione dell’Iva: per la Toscana si tratterebbe, compresa la multa, di ridare 45 milioni di euro per sanare l’errore dal 2011 al 2016. Sono partiti ricorsi e controricorsi , il Cda dell’ente toscano ha persino bocciato l’accordo di transazione trovato dai vertici dell’Ente e le Entrate e ricorre ancora in tribunale. In punta di diritto è in discussione la natura di questi enti e dunque i quella dei servizi che erogano e il conseguente regime fiscale. In mancanza di un accordo legislativo è chiaro che tutti gli enti, che dipendono appunto per lo più dalle regioni, potrebbe essere controllato e trovarsi in difficoltà per aver «incamerato» l’iva pagata degli studenti senza averla poi «inoltrata» allo Stato.