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Scienza? No, pratiche stregonesche Il Paese di Galilei non può legittimarle

Elena Cattaneo

15/06/2021
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Il Messaggero

Considero indispensabile continuare a sostenere la necessità di eliminare dal testo di un disegno di legge d'iniziativa del nostro Parlamento un riferimento antiscientifico e antistorico come quello all'agricoltura biodinamica, che si avvale di rituali magici ed esoterici la cui efficacia è indimostrata e indimostrabile scientificamente. 
Ho espresso le ragioni di questa necessità in un articolo sul Messaggero del 19 maggio scorso, in cui preannunciavo che il giorno dopo sarei intervenuta in Senato in questo senso. Quel giorno conclusi il mio ultimo intervento richiamando la domanda che vari eminenti studiosi avevano inviato ai senatori, e cioè come fosse possibile che il Paese di Galileo Galilei finisse col sostenere l'inserimento in legge del pensiero magico, per poi arrivare a sostenere economicamente, con denaro pubblico, pratiche stregonesche peraltro facenti capo ad un marchio registrato estero. Quella domanda riecheggia nell'appello al Parlamento dell'Accademia dei Lincei, ma anche in una petizione che ha raccolto già più di 33mila firme, molte provenienti da ricercatori italiani in tutto il mondo, preoccupati per l'impatto negativo di una simile decisione sulla credibilità scientifica del nostro Paese. Si sono mobilitate organizzazioni agricole e società scientifiche, come la Società italiana di tossicologia (Sitox), l'Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie (Aissa), l'Accademia nazionale dell'Agricoltura (Ana), le rappresentanze Confagricoltura di Mantova, Lodi e della regione Toscana e molte altre. 
Anche il presidente di Confagricoltura nazionale, Massimiliano Giansanti, ha espresso pubblicamente la sua condivisione delle «perplessità espresse dalla comunità scientifica italiana in merito all'equiparazione dell'agricoltura biologica a quella biodinamica, che fa ricorso a pratiche e prodotti già definiti come inconciliabili con la scienza».
Un'agricoltura sostenibile non può che essere fondata sulle evidenze e sulle migliori conoscenze applicate, prendendo in considerazione tutti gli strumenti e le tecnologie, dalle più antiche alle più innovative, per la protezione e il miglioramento della resa delle colture nel rispetto dell'ambiente. Studiando e decidendo volta per volta, terreno per terreno, pianta per pianta, azienda per azienda, situazione per situazione quali usare, secondo uno schema razionale, laico e non ideologico.
Eliminando il termine biodinamica dal testo di legge in discussione, si continuerebbe a permettere a chiunque di praticare l'agricoltura biologica e di accedere, previa certificazione, alle agevolazioni previste per quest'ultima; rimarrebbe anche la libertà di aggiungervi qualunque rituale magico si desideri, purché non in conflitto coi disciplinari biologici o altri regolamenti, senza però arrivare a promuovere tali riti - con tanto di rappresentanti dedicati nei tavoli ministeriali - in Gazzetta Ufficiale. Ora il disegno di legge è tornato alla Camera: se vi fosse unanimità sulla eliminazione della menzione della biodinamica, sia la Camera che il Senato, senza passare dall'Aula, potrebbero approvare il ddl direttamente nelle rispettive commissioni in sede deliberante, concludendo i lavori in poche settimane. 
*Senatrice a vita e accademica