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Scuola a Brescia si vanta: «Pochi stranieri», è polemica online

Nel piano di offerta formativa di un liceo bresciano si legge anche che «gli alunni provengono da un contesto socio-culturale in generale medio-alto». Era già successo lo scorso anno con il liceo Visconti a Roma

08/11/2019
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Corriere della sera

VAlentina Santarpia

«La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è numericamente limitata». Genera la polemica la frase contenuta nel piano di presentazione del Liceo classico Arnaldo di Brescia, da sempre ritenuto punto di riferimento della cultura bresciana. Una polemica fatta scoppiare in rete da un genitore che voleva iscrivere la figlia e che ha trovato la presentazione inappropriata. Nel piano, visibile online, si dice anche che «gli alunni provengono da un contesto socio-culturale in generale medio-alto, che offre buone potenzialità di formazione culturale e ricchezza di stimoli». Nello stesso testo la dirigenza scolastica aggiunge che «la scuola gode di buona fama all’interno del contesto cittadino e da sempre è considerata una delle scuole in cui si sono formate personalità in ambito sociale, culturale, politico, economico e le iscrizione dei figli alla scuola avviene anche per una volontà dei genitori di continuare la tradizione famigliare».

Il Visconti a Roma

Anche il liceo Visconti l’anno scorso era finito nel mirino per lo stesso motivo, e la preside fu accusata di classismo e razzismo. La polemica nasceva dalla descrizione di 1.500 caratteri che il Visconti faceva di sé nella sezione «Scuola in chiaro» del sito del ministero dell’Istruzione: «Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio-alta borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi». E ancora: «Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. La percentuale di alunni svantaggiati per condizione familiare è pressoché inesistente». La preside si era difesa: «Solo dati oggettivi».