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Scuola e Stato

Progetti “legalità”? Incontri tra studenti, di ogni ordine e grado, e membri delle istituzioni, di ogni ordine e grado?

14/11/2018
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Insegnare

di Gloria Calì

Il vicepremier, Ministro dell’Interno della Repubblica, Matteo Salvini, (sì, proprio lui) va in visita presso una scuola elementare e si sottopone ad un simpatico role play, si direbbe in didattichese trendy: si fa maestro. Spiega (una parola scelta”a caso”: non “ministro” o, o “repubblica” o, al limite, “carroccio”. Gli chiedono “sovranismo”…), si sottopone ad un quiz, con foto di gruppo finale di bambini allegroni che lo circondano. Tutti tranne uno: polo rossa, postura rigida, distaccato, lievemente sconcertato. Sta a sinistra. Una vera icona. Inevitabile, proprio incontenibile, il sarcastico cattivo gusto dei salviniani: “è il nipote di Martina!”.

La cosa grave non è il teatrino messo su per la visita dell’autorità. E’ normale, e anche educativo, che la visita di un personaggio pubblico venga preparata, ci si dia da fare perché anche i bambini siano “di rappresentanza”, per far capire loro che c’è un’autorità… autorevole e che con essa ci si sta rapportando direttamente. Il guaio è che la postura giocosa aumenta la sensazione di artefatto strumentale, che gli insegnanti (colleghi, pensateci, vi prego!) hanno scelto una parola che ai bambini non serve, che  hanno fatto vivere tutto questo come una farsa in cui scompare del tutto ciò che dovrebbe essere al centro: il senso dello Stato. E lui, il ministro, ovviamente si è prestato.

In un paese in cui accade questo, in un altro luogo all’opposto di tutto, cioè al celebre quartiere ZEN di Palermo, alcuni dipendenti della stessa Repubblica e dello stesso ministero, Arma dei Carabinieri, fanno doposcuola ai bambini. Non si prestano ad alcuna recita, ma svolgono il loro compito. Hanno stretto un’alleanza, con la scuola, cioè con un’altra istituzione pubblica che, in affanno, non riesce a far fronte a tutti i bisogni di cura dei minori. In accordo con le associazioni, hanno avvicinato i bambini per strada, li hanno riaccompagnati verso la preziosissima “normalità” dei compiti pomeridiani. I carabinieri dello ZEN sono uomini al servizio della Legge e del Popolo Italiano; da veri maestri, insegnano qualcosa ai bambini, mentre difendono il bene più prezioso: il loro futuro.