Buona Scuola. Anzi, mala scuola, almeno per quanto riguarda i trasferimenti degli insegnanti di sostegno. E di quelli che sono stati assunti fuori sede e che, poi, hanno chiesto un posto di lavoro vicino a casa per curare se stessi. Oppure i propri familiari gravemente malati grazie alla legge 104.

A svelare incongruità e mal funzionamento in queste complesse pratiche è la vicenda della maestra della scuola primaria Luisa Ombretti (che autorizza Repubblica a pubblicare il nome), residente a San Gennaro Vesuviano (Napoli) e madre di una ragazzina affetta da una grave patologia genetica (sindrome di Williams) che dal 2005 l'ha resa invalida al cento per cento.La sua è una storia dove ci sono tutti gli ingredienti del mal funzionamento del sistema pubblico: mancato rispetto dell'algoritmo, omessi controlli di documenti, rifiuto di ottemperare alle decisioni del giudice del Lavoro. Lei che aveva i documenti in regola e tutti i diritti, s'è vista rifiutare il trasferimento definitivo vicino alla figlia invalida. Due sue colleghe, con diritti inferiori e documenti non validi, invece, sono state trasferite. E il Miur, condannato dal giudice del Lavoro, si rifiuta di eseguire il trasferimento della maestra danneggiata ordinato dalla magistratura. 

Ecco questa incredibile storia. Ombretti, per anni precaria, fu assunta con la legge Buona Scuola nel 2015, ma come migliaia di insegnanti neo assunti, subì la cosiddetta 'deportazione', ovvero fu assegnata a una cattedra molto lontana dalla propria residenza. Le toccò un posto a Firenze: 483 chilometri. Non potendo lasciare sola la figlia invalida, poco tempo dopo l'arrivo a Firenze presentò la domanda di avvicinamento a casa per essere trasferita in una sede in provincia di Napoli. Ma qui è avvenuto l'inverosimile.

Nonostante l'algoritmo le avesse assegnato un punteggio altissimo, 82, il trasferimento non avvenne. Decise così di rivolgersi agli avvocati KatiusciaVerlingieriEmilio Maddalena ed Emilio Lavorgna per capire cosa fosse successo. Un accesso agli atti del Miur da parte dei legali ha fatto scoprire che mentre a Ombretti veniva rifiutato, il trasferimento in Campania era invece concesso ad altre due maestre che, però, avevano punteggio di molto inferiore, in un caso addirittura della metà: Maria P. (con punteggio 35), e Antonietta V, con punteggio 47.
Scuola, maestre trasferite con diritti inferiori alla collega con la figlia disabile: il giudice condanna il Miur

Il  documento di una maestra che ha ottenuto il trasferimento senza diritto

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Andando a verificare le motivazioni di questi due trasferimenti fatti con punteggi inferiori, s'è scoperto che la prima aveva una motivazione non legata a gravi patologie sue o di familiari. Sul referto medico si legge che "necessita di un impegno lavorativo prossimo alle sue figure familiari e agli affetti del suo nucleo parentale". La seconda invece aveva presentato un documento non valido non essendo, come previsto dalla legge, di una Asl.

Il giudice del Lavoro di Firenze, Nicoletta Taiti, cui s'è rivolta Ombretti con un ricorso d'urgenza (articolo 700),  non ci ha messo molto a concludere la causa. E a condannare il Miur a 1500 euro di spese legali per non aver accolto il trasferimento della maestra di San Gennaro Vesuviano. Il giudice nella sua ordinanza ha stigmatizzato il comportamento del ministero (e dell'Ufficio scolastico regionale di Firenze), non solo per non aver fatto alcun controllo sui documenti delle due docenti che avevano i documenti non validi, ma anche per non aver fornito alcuna prova in udienza a sostegno dei loro trasferimenti.

Quindi ha ordinato al Miur e all'Ufficio scolastico regionale della Campania di trasferire vicino all'abitazione Ombretti per l'assistenza alla figlia. Ma qui è successa una nuova inadempienza, quella da parte dell'Usr Campania. "La direttrice Luisa Franzese - spiega l'avvocato Katiuscia Verlingieri - senza fornirci alcuna spiegazione ufficiale, si è rifiutata di obbedire a quanto disposto dal giudice". "L'ordinanza cautelare - ha aggiunto Verlingieri - non è stata eseguita correttamente dall'Usr Campania, in quanto la maestra Ombretti è stata assegnata provvisoriamente a Napoli fino al 31 agosto, restando titolare a Firenze. Mentre avrebbe dovuto essere trasferita definitivamente. Infatti l'ordinanza cautelare, dopo la riforma del 2009, ha effetti definitivi non avendo il Miur avviato il merito".

Alla maestra così maltrattata dal sistema giuridico-scolastico, il danno di doversi rivolgere un'altra volta alla magistratura nella speranza di riuscire ad ottenere ragione entro l'inizio del prossimo anno scolastico. E la beffa della conferma del trasferimento delle sue colleghe avvenuto con diritti inferiori e documenti non validi. 

• L'ODISSEA DEI TRASFERIMENTI DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO: INTERVIENE IL MINISTRO
Ma il caso dei trasferimenti mancati riguarda migliaia di persone, in particolare gli insegnanti di sostegno. Il ministro dell'Istruzione,  Marco Bussetti tende la mano a centinaia di docenti assunti con la Buona Scuola fuori dalla propria regione. E mantiene l'impegno di avvicinare le famiglie come promesso dalla Lega durante la campagna elettorale. L'accordo sulle Assegnazioni provvisorie e sulle utilizzazioni (incarichi di un anno anche fuori dalla provincia di titolarità) è stato siglato ieri pomeriggio dai sindacati della scuola alla presenza del ministro.

"Nell'accordo attenzione particolare viene posta - spiegano dal Miur - ai diritti delle alunne e degli alunni con disabilità. Le assegnazioni sui posti di sostegno saranno date prioritariamente, come di consueto, agli insegnanti specializzati". Ma non solo. "L'assegnazione - continuano da viale Trastevere - potrà poi essere richiesta anche da chi sta per concludere il percorso di specializzazione sul sostegno o, in subordine, da chi ha prestato servizio per almeno un anno su posti di sostegno". Ed è proprio quest'ultima la novità che apre le porte di casa a centinaia di docenti assunti con la Buona Scuola renziana, ma lontano dalla propria famiglia. Perché sui cosiddetti posti di sostegno "in deroga" (quelli autorizzati in più rispetto ai 100mila della pianta organica stabile) da qualche settimana era in corso una vera e propria guerra tra i precari che sperano di ricevere, dopo che tutti gli specializzati sono stati incaricati, un incarico anche se "senza titolo" di specializzazione e i tantissimi (10/20mila) docenti meridionali di ruolo assunti nelle regioni centrali e settentrionali che speravano in un allargamento delle maglie per ritornare a casa.

La risposta è arrivata con il cosiddetto contratto sulle Assegnazioni provvisorie siglato ieri a metà pomeriggio che dà una risposta, anche se di compromesso. Tra qualche settimana, potranno chiedere di avvicinarsi (anche se per un solo anno) in assegnazione provvisoria su sostegno anche i docenti di ruolo senza titolo ma che nell'arco della propria carriera hanno insegnato agli alunni disabili (da precario o anche già in ruolo) almeno per un anno. È il caso di tantissimi insegnanti (assunti con la Buona Scuola) che nel 2016 ebbero questa analoga possibilità per via di alcuni accordi a livello regionali siglati in Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria. E che sperano di occupare una delle 40mila cattedre in deroga che il ministero dovrà accordare anche per il prossimo anno.

Tra tutti coloro che saranno in possesso dei requisiti richiesti (un anno di servizio su sostegno), avranno la precedenza le insegnanti mamme (e i papà) di figli disabili e quelle con figli minori di 12 anni, meglio ancora se di sei anni. Saranno centinaia le docenti e i docenti che in virtù di questa che è assimilabile a una norma potranno dai primi di settembre avvicinarsi per un anno alla famiglia. E gli alunni disabili avranno comunque un docente (precario o di ruolo) che, anche se sprovvisto di specializzazione, ha fatto esperienza sul campo almeno per un anno. Era questa la richiesta avanzata dalle associazioni di soggetti disabili che ogni anno lamentano la parziale copertura dei posti di sostegno con insegnanti specializzati.