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Scuola precaria

Concorsi bloccati e record di uscite per Quota 100 Maestre licenziate e disabili senza sostegno. Comincia l’anno, ma mancano i prof

30/08/2019
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la Repubblica

Ilaria Venturi

di Ilaria Venturi

Il primo appello è alle porte: dal 9 settembre in Piemonte al 18 in Puglia, la scuola riparte. Ma a non rispondere, quest’anno, saranno in molti. Non si trovano professori da assumere in ruolo, soprattutto in Lettere e Matematica, alle medie e alle superiori. Mancano i direttori delle segreterie in una scuola su tre. Per gli alunni disabili il vero dramma: quasi uno su due non avrà un docente di ruolo e specializzato sul sostegno. In generale saranno tanti, troppi i supplenti. Lievitano come il pane: almeno 25mila in più. La fotografia del primo giorno è quella di una scuola sempre più precaria. E a farne le spese, oltre ai docenti in attesa di stabilità, saranno gli alunni: perché non tutti avranno il prof dal primo giorno di lezione, perché la girandola degli insegnanti è un danno, specialmente per i più fragili, e poi addio continuità didattica. E se le segreterie sono in tilt si farà fatica anche ad avere gite organizzate e materiale didattico in classe quando serve. Ecco i nodi della scuola da sciogliere. Il nuovo ministro ha già l’agenda piena prima ancora di insediarsi.

La Cisl ne conta 170mila, l’Anief 200mila. Fatto sta che quest’anno sarà record di supplenti. La Commissione europea ha bacchettato nuovamente l’Italia per l’abuso di precariato nella scuola. Ma il fenomeno va peggiorando, aggravato anche dai 15.371 docenti che vanno in pensione con “Quota 100” e che saranno sostituiti da contratti a termine.

Il miraggio delle stabilizzazioni

«Che delusione, sembrava fatta e invece... Una tristezza per noi e per i nostri alunni». Francesco Tinelli, 37 anni, originario di Taranto, una laurea in Lettere a Lecce e la magistrale in Storia, insegna italiano alle medie in provincia di Modena. È tra quelli che attendevano di entrare di ruolo. Niente da fare, cambierà di nuovo scuola come ha fatto negli ultimi tre anni. I sindacati hanno aperto la partita sui precari nell’ottobre scorso. Il ministro Bussetti si è ridotto all’ultimo: il decreto è arrivato ai primi di agosto, poi la crisi. E la speranza di avere una cattedra per l’esercito dei 55mila non abilitati con 36 mesi di servizio è rinviata. Per 24mila di loro era previsto un concorso straordinario: sarebbero dovuti salire in cattedra a settembre 2020. L’alternativa per tutti gli altri era l’abilitazione da conseguire, a proprie spese, iscrivendosi all’università, il cosiddetto Pas. «Si è gettata alle ortiche un’occasione importante per stabilizzare migliaia di docenti», tuona Rino Di Meglio della Gilda. «Ci si aspettava senso di responsabilità della politica che non c’è stato», attacca Pino Turi della Uil scuola. Il segretario della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, parla di «scuola destabilizzata» e si attende come primo atto del nuovo governo l’adozione del decreto. «C’è bisogno di concorsi e di un reclutamento programmato, altro che di autonomia differenziata», ricorda Lena Gissi della Cisl.

Cattedre vuote

Il paradosso è che nemmeno i posti di ruolo autorizzati dal Mef, oltre 53mila, saranno coperti. Quasi 30mila andranno a supplenti — 13mila sono quelle vacanti solo in Lombardia — a causa di concorsi non fatti e graduatorie esaurite da tempo. Alessandro Parola, preside al liceo Peano-Pellico di Cuneo, alza le braccia: «Nel Nordovest facciamo fatica a trovare docenti di italiano, latino, greco e matematica. Con “Quota 100” ho poi perso sette docenti, tre su otto di scienze. Cercherò supplenti, ma è dura. Inizieremo le prime due settimane a orario ridotto, un’assurdità». In Emilia sono rimasti scoperti 366 posti in italiano alle medie e superiori, in Toscana 390.

Maestre che perdono il posto

Sono quasi settemila le maestre senza laurea, col solo diploma magistrale, assunte con riserva dopo un ricorso. Poi è arrivata la doccia fredda dal Consiglio di Stato: il ruolo è illegittimo. E adesso vengono licenziate: 260 in Campania, le prime 500 in Veneto. Tra queste Laura Bedin, 39 anni, che insegna a San Donà di Piave: «La cosa assurda è la disparità, altre colleghe sono ancora in ruolo e io già casa. Mesi di stipendio persi. Che rabbia, ai miei genitori avevo detto: il prossimo anno ci sarò. Ho pure superato l’anno di prova e ho fatto il concorso straordinario, ma quest’anno ci sono solo 49 posti in provincia di Venezia su una graduatoria di 2.500 persone. Dovrò aspettare anni».

Disabili a rischio caos

Non hanno la specializzazione, sono precari. Aumentano, ormai da anni, gli alunni disabili, ma anche i docenti di sostegno non di ruolo e senza alcun titolo per seguirli. In Lombardia, su 23mila, oltre la metà sarà precaria. In Emilia Romagna sono lievitati i posti “in deroga”, ovvero non di ruolo: più 28%.

Nel caos generale c’è da registrare almeno una buona notizia: sono stati assunti in questi giorni i primi 1.984 presidi del concorso per 2.900 posti. Una certezza, si direbbe. Almeno sino al pronunciamento del Tar nel merito, atteso in ottobre, sui ricorsi da parte di chi è stato bocciato.