Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola, sospeso lo sciopero. Conte: «Assicureremo un aumento degli stipendi degli insegnanti»

Scuola, sospeso lo sciopero. Conte: «Assicureremo un aumento degli stipendi degli insegnanti»

Vertice fino all’alba per raggiungere un’intesa. Il governo si impegna a stabilizzare i precari e a investire risorse per contratti e reclutamento di personale. Il presidente del Consiglio: «Le retribuzioni degli insegnanti devono essere adeguate alle loro responsabilità»

24/04/2019
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Valentina Santarpia

Sono le sei del mattino quando finalmente arriva uno spiraglio per l’accordo tra governo e sindacati della scuola, sul piede di guerra dopo aver indetto per il 17 maggio uno sciopero generale. Il premier Giuseppe Conte, nonostante il Consiglio dei ministri sia terminato solo dopo mezzanotte, non ha fatto aspettare invano i rappresentanti dei sindacati confederali (Flc-Scuola, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals, Gilda), e si è seduto al tavolo per ascoltare le loro richieste. Alla fine di un lunghissimo vertice, durato oltre 4 ore, è arrivata la nota congiunta che apre spazi per una discussione di merito entro una settimana: lo sciopero quindi è ufficialmente sospeso. «Istruzione e ricerca sono un comparto strategico per il nostro Paese e una priorità», ha scritto il presidente del Consiglio Conte su Facebook all’indomani dell’incontro. «Il governo», continua, «si è impegnato a individuare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti, assicurando un congruo incremento degli stipendi. Le retribuzioni degli insegnanti devono essere adeguate alla responsabilità che ricoprono».

Il governo si impegna sia sul fronte del contratto del personale, e in particolare sul recupero del potere d’acquisto, che sul fronte delle risorse da stanziare per la scuola nella prossima Finanziaria. Per i precari ci sono interessanti opportunità per le assunzioni, attraverso un concorso riservato senza prova selettiva e con il 50% dei posti riservati a chi ha più di 36 mesi di servizio. In attesa di questo concorso, «in via transitoria il governo si impegna a prevedere altresì percorsi abilitanti e selettivi riservati al personale docente che abbia una pregressa esperienza di servizio pari ad almeno 36 mesi, finalizzati all’immissione in ruolo». Contratti più vantaggiosi in vista anche per gli Ata, i collaboratori scolastici che includono dai segretari ai bidelli, a partire proprio da chi già esercita il ruolo di assistente amministrativo ma fa le veci del dirigente. Promesse anche per l’università e la ricerca, dove il governo si impegna a promuovere nuove norme che permettano «maggiore flessibilità nella determinazione e nell’utilizzo dei fondi per il salario accessorio», ma anche a incrementare il reclutamento del personale che svolge ricerca e didattica. Una riga viene dedicata anche agli istituti musicali pareggiati e le accademie di belle arti non statali, che verranno in tempi brevi, assicura la nota, regolarizzati in tempi brevi.

La foto alla fine del vertice notturno a palazzo ChigiLa foto alla fine del vertice notturno a palazzo Chigi

Gli obiettivi

Dopo un anno in cui il governo gialloverde ha dato segno di non interessarsi alla necessità di risorse della scuola, ignorando quasi del tutto le richieste nell’ultima manovra, il documento firmato nella notte sembra voler dare un cambio di passo: «Le parti condividono la necessità di sviluppare il sistema dell’istruzione e della ricerca, per incrementarne ulteriormente la qualità e assicurarne l’inclusività, nella consapevolezza che non vi è strumento più efficace per dare il futuro migliore a ogni cittadino». L’obiettivo comune? «Una scuola di qualità, accogliente, inclusiva, che contribuisca a formare cittadini responsabili e attivi». Per ora si tratta di impegni molto generici, ma Maddalena Gissi (Cisl), è ottimista: «Una lunga notte che ha prodotto un impegno importante. Nei prossimi giorni saranno convocati i tavoli tematici a partire da quello sulla stabilizzazione dei precari».