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«Sì al cibo portato da casa» Così le famiglie vincono la disfida dei panini a scuola

La sentenza del Consiglio di Stato dopo il divieto a Benevento

04/09/2018
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Corriere della sera

NAPOLI Una sentenza del Consiglio di Stato segna un importante punto a favore di tutti quei genitori che non vogliono far mangiare i figli alla mensa scolastica e preferiscono rifornirli da casa di un panino, o comunque di un pasto pronto, da consumare durante la pausa tra le lezioni.

Il caso riguarda un provvedimento adottato nel giugno del 2017 dal sindaco di Benevento Clemente Mastella, che imponeva agli alunni delle scuole pubbliche del capoluogo sannita di consumare soltanto pasti della mensa scolastica, escludendo qualsiasi soluzione alternativa. Alla disposizione del Comune si erano però opposti cinquanta genitori, che avevano fatto ricorso d’urgenza al Tar ottenendo prima la sospensione del nuovo regolamento, e poi, qualche mese dopo, una sentenza collegiale che lo bocciava.

In tutta Italia sono molte le vertenze aperte intorno alla questione della refezione scolastica, e ci sono ricorsi che pendono in Cassazione. Ma a Benevento il Comune ha preferito rivolgersi al Consiglio di Stato, affinché ribaltasse la decisione del Tar e consentisse l’attuazione del regolamento varato dal consiglio comunale. Ma non è andata così: era la prima volta che il supremo organo della giustizia amministrativa veniva chiamato a pronunciarsi sul diritto o meno degli alunni di consumare a scuolapasti non distribuiti dalle mense, e i giudici hanno ritenuto di confermare quanto già stabilito dal Tar.

La sentenza smonta completamente l’impianto del regolamento comunale. Rileva, infatti, una «incompetenza assoluta del Comune, che con il regolamento impugnato impone prescrizioni ai dirigenti scolastici, limitando la loro autonomia», e aggiunge che «la scelta restrittiva radicale del Comune limita una naturale facoltà dell’individuo, afferente alla sua libertà personale, vale a dire la scelta alimentare». E per chiudere cita la circolare del Miur del 3 marzo 2017 — che in attesa di quanto deciderà la Cassazione, consente agli alunni di portare cibi pronti da casa — per sottolineare come il regolamento del Comune di Benevento interferisca con il documento ministeriale.

Ora i sostenitori del diritto degli alunni a portare cibi da casa già pensano a quanto questa sentenza potrà pesare su tutte le vertenze aperte in varie regioni italiane. Secondo l’avvocato Giorgio Vecchione, che rappresenta i cinquanta genitori beneventani, avrà sicuramente «un respiro di carattere nazionale», perché «l’orientamento del Supremo Giudice Amministrativo, unitamente alla consolidata giurisprudenza civile ed amministrativa già formatasi, dovrà orientare le scelte di dirigenti scolastici e amministratori locali».

Il primo a doversi adeguare è Mastella, che prende atto di quanto stabilito dal Consiglio di Stato a proposito dell’incompetenza degli enti locali a regolamentare le questioni relative alla refezione, ma non vede nella sentenza una autorizzazione al pasto libero a scuola. Quindi fa sapere di aver immediatamente girato il provvedimento agli istituti scolastici, «invitando i rispettivi dirigenti a tracciare una disciplina comune del cosiddetto panino libero», e di augurarsi che la «suddetta disciplina salvaguardi l’igienicità e salubrità della refezione comunale».