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Sicurezza scuole, CGIL: presidi hanno responsabilità ma non possono intervenire

18/07/2017
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di Public Policy

Roma 18 lug - "I problemi e i rischi per i dirigenti scolastici in materia di sicurezza aumentano perché da una parte ci sono pesanti carenze strutturali negli edifici scolastici, dall'altra la normativa stratificatasi nel tempo è complessa, e vede attribuire al dirigente la responsabilità di un datore di lavoro, ma senza autonomia di intervento, che resta in capo all'ente locale tenuto alla fornitura degli immobili". Lo dichiara Roberta Fanfarillo della Flc Cgil, in un'audizione alle commissioni Cultura e Lavoro della Camera, nell'ambito dell'esame di proposte di legge sulla responsabilità dei dirigenti in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro. "La gestione della sicurezza degli edifici - prosegue - è, per il dirigente scolastico, uno dei compiti più complessi e delicati tra quelli connessi alla sua funzione, ed è il settore nel quale egli corre il maggior rischio di sanzioni e di più gravi conseguenze penali dovute alla responsabilità diretta su mancati adempimenti e su infortuni ad alunni e personale attribuibili a sue inadempienze". "La situazione critica degli edifici scolastici in Italia viene fotografata annualmente da un rapporto di Legambiente. In quello del 2016 leggiamo che il 65% delle scuole è stato costruito prima del 1974, anno della prima normativa antisismica, il 40% si trova in aree a rischio". "Al Sud - prosegue Fanfarillo - il 58,4% degli edifici scolastici necessita di interventi di manutenzione urgenti: siamo a 20 punti percentuali in più della media nazionale". "Lo stato dell'edilizia scolastica nel nostro Paese - chiosa - è stato rilevato nel 2015 dalla prima anagrafe dell'edilizia, che finalmente il Miur ha completato e pubblicato, a più di 20 anni dalla legge che l'aveva prevista".  "La legge attuale individua il datore di lavoro nella PA come soggetto a cui spettano i poteri di gestione e che sia dotato anche di autonomi poteri di spesa: nelle scuole, il dirigente assorbe solo il primo di questi due requisiti, dovendosi poi rapportare per la spesa con l'ente competente, nei confronti del quale ha un potere limitato solo alla possibilità di eseguire direttamente lavori urgenti e indifferibili, anticipando i fondi necessari e chiedendone il rimborso". "Noi riteniamo - spiega - che questa duplice presenza, così come delineata dalla legge attuale, anziché rafforzare la tutela della sicurezza, costituisca un elemento di disfunzionalità del sistema, determinando incertezza rispetto alle responsabilità dell'uno e dell'altro soggetto".  "Evidenziamo - continua Fanfarillo - che, nella legislazione attuale, manca completamente un riferimento agli strumenti coi quali si potrebbe ottenere un miglior coordinamento tra queste due posizioni di garanzia, e questa lacuna rischia di vanificare anche la portata innovativa dei due ddl in discussione. Riteniamo perciò che le modifiche debbano prevedere che, nelle istituzioni scolastiche, la valutazione dei rischi si effettui in un unico documento congiunto, che preveda la partecipazione di entrambi i soggetti che hanno responsabilità sulla sicurezza, ossia il dirigente scolastico e il rappresentante dell'ente locale". "Chiediamo inoltre - conclude - che sia prevista la firma congiunta dei due responsabili del servizio di prevenzione e protezione della scuola e dell'ente locale; che l'individuazione di tale responsabile, nella scuola, avvenga nella diretta responsabilità del dirigente scolastico; che il ricorso a professionalità eventualmente presenti all'interno della scuola sia una possibilità legata solo a una sua valutazione professionale"."I dirigenti scolastici si aspettano che la legge sulla sicurezza in discussione venga approvata, e noi sollecitiamo le commissioni a fare presto, perché dopo tutto il lavoro fatto sarebbe inaccettabile, per i dirigenti e per la scuola, se la discussione incappasse nella fine della legislatura, che incombe, e non si arrivasse alla votazione dei provvedimenti".