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Sistema di valutazione: alternanza, digitale e lingue le priorità

La direttiva del miur rinvia il piano di miglioramento al prossimo anno. Arrivano i livelli di apprendimento

26/09/2017
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Realizzazione dell'alternanza scuola-lavoro alle superiori e apertura delle scuole al territorio e al mondo del lavoro. Ma anche potenziamento delle competenze digitali per il miglioramento della qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento e studio dell'inglese e delle lingue dell'Unione europea. Queste alcune delle nuove priorità strategiche del Sistema nazionale di valutazione (Snv) per il triennio 2016-2019 descritte nella bozza della direttiva sullo sviluppo del Snv, che aggiorna quella n. 11 del 2014 alla luce degli obiettivi indicati come prioritari dalla legge 107. Non tutti quelli della Buona scuola, però. La bozza, infatti, si sofferma su questi tre, «in sinergia con il Piano nazionale di formazione», precisa. Manca rispetto alla precedente direttiva la priorità «rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza», nonostante sia anche uno degli obiettivi della legge 107.

Si insiste, invece, sull'«incremento dei livelli di apprendimento», quasi a sostituire questa priorità alla precedente. Ma, ha sottolineato il Cspi nel suo recente parere, «va inserita in una ulteriore priorità... facendo riferimento ai livelli di apprendimento collettivi e spostando l'attenzione sui risultati medi della valutazione finale e sugli esiti delle prove standardizzate». Dovendo armonizzare la tempistica del rapporto di autovalutazione (Rav), predisposto per la prima volta nell'anno scolastico 2014/15, ma riferito al Piano di miglioramento (Pdm) proiettato nel triennio 2015/18, con quella del Piano triennale dell'offerta formativa (Ptof) predisposto nel 2015/16 e relativo al triennio 2016-19, la direttiva fa coincidere la rendicontazione sociale del Rav con l'anno scolastico di scadenza del Ptof.

Si estendono così i tempi di realizzazione del Pdm all'anno scolastico 2018/19. A bene vedere, però, le scuole dovranno immaginare fin da ora come fare la rendicontazione sociale, affinché non diventi il solito atto formale. Dunque, identificare subito i propri stakeholder, attivare con loro momenti di confronto, partecipazione, collaborazione, senza attendere la fine dell'anno scolastico 2018/19. Così da realizzare quel bilancio sociale di cui si parla ormai da anni, che conferisca visibilità e concretezza al percorso di rendicontazione. Rav e Pdm potranno essere aggiornati annualmente in caso di significativi cambiamenti nell'istituzione scolastica a seguito alle osservazioni arrivate ai presidi da i Nuclei esterni di valutazione, che hanno visitato la scuola, e dei direttori regionali, nel caso in cui gli obiettivi interni all'incarichi dirigenziale siano difformi dalle priorità interne al Rav. Una possibilità quest'ultima però non prevista dalla normativa vigente (dpr 80/2013), né dalla direttiva sulla valutazione dei dirigenti scolastici (n. 36/2016) e dalle successive linee guida.

Sul fronte rivelazioni degli apprendimenti, oltre alle prove Invalsi come requisito di ammissione agli esami di stato alle medie e alle superiori, al debutto in tutti i livelli di istruzione della prova in inglese, della somministrazione al pc dei test Invalsi e alle nuove rivelazioni degli apprendimenti in quinta superiore. Proseguirà l'impegno dell'Invalsi sul valore aggiunto, cioè il peso dell'effetto scuola sugli esiti delle prove, al netto di fattori che non dipendono dall'operato di ciascuna istituzione scolastica