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Sole 24 ore - Scuola, pronto il piano Moratti

Al vaglio dei partiti della Cdl lo schema di riforma dei cicli, che sarà discusso anche con le Regioni Scuola, pronto il piano Moratti Le superiori restano quinquennali - Il ministro vuole brucia...

09/01/2002
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Il Sole 24 Ore

Al vaglio dei partiti della Cdl lo schema di riforma dei cicli, che sarà discusso anche con le Regioni

Scuola, pronto il piano Moratti
Le superiori restano quinquennali - Il ministro vuole bruciare i tempi e presentare il Ddl entro gennaio
Marco Ludovico
(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - La riforma della scuola entra nel vivo del dibattito politico e affronta il percorso finale per l'approdo in Parlamento. Ieri sono cominciate le consultazioni tra il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, e i responsabili scuola dei partiti di maggioranza. A Viale Trastevere Mario Mauro (Forza Italia), Aldo Fumagalli (Lega), Beniamino Brocca (Ccd-Cdu) e Giuseppe Valditara (An) hanno discusso lo schema che dovrebbe tradursi in un disegno di legge del Governo. Sembra esclusa, per ora, una norma di delega all'Esecutivo: è un'ipotesi difficile, sulla quale Letizia Moratti si era già mostrata contraria. Anche se il collega agli Affari Regionali, Enrico La Loggia, aveva caldeggiato questa soluzione. Lo schema presentato ieri contiene diverse novità rispetto al progetto messo a punto dalla commissione ministeriale presieduta da Giuseppe Bertagna. Sembra quasi sicuro che la durata degli studi delle scuole superiori rimarrà di cinque anni: accolta, dunque, la richiesta pressante di Valditara e di Brocca, anche se il quinto anno non dovrebbe essere uguale ai quattro precedenti e avrà un forte raccordo con le università e il mondo dell'impresa. Confermata l'attuale articolazione delle elementari e medie; queste ultime, in particolare, saranno rafforzate. La scelta del cosidetto percorso "scuola-lavoro", alternativo agli studi scolastici alle superiori, dovrebbe avvenire a 15 anni e non più a 14. Si profila, infine, la possibilità di cominciare prima la scuola dell'infanzia - a due anni mezzo, e non solo a tre - e, di conseguenza, di iscriversi alle elementari a 5 anni e mezzo e non solo a 6, come hanno chiesto Mauro e Fumagalli. Dal punto di vista politico, le tensioni sorte nella Casa delle Libertà quando fu presentato il piano Bertagna sono diminuite e l'accordo appare a questo punto molto probabile. Questo non vuol dire che l'intesa c'è già. Anche perchè Letizia Moratti deve fare i conti non soltanto con le forze in Parlamento, ma anche con i rappresentanti delle Regioni. Ieri il ministro ha incontrato alcuni assessori all'Istruzione delle regioni guidate dal Polo e domani riceverà tutti i "governatori della scuola" sul territorio. C'è in ballo la delicatissima questione dell'istruzione professionale: una materia che potrebbe passare alla competenza degli Enti locali, trasferendo così istituti e personale finora appartenenti allo Stato. Oggi il responsabile dell'Istruzione vedrà i rappresentanti del Polo nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato. E' prevista nei prossimi giorni anche una consultazione con i sindacati. Tra i partiti non sono mancate le discussioni sui modi di fare questa riforma. A parte l'ipotesi della delega, nella maggioranza si è discusso sull'articolazione del Ddl. Una legge sul riordino dei cicli, infatti, c'è già: è la n. 30 del 2000, in sostanza il progetto approvato dal ministro Luigi Berlinguer. Il testo Moratti dovrebbe essere un articolato che sostituisce in gran parte il provvedimento di Berlinguer, mentre alcuni avrebbero voluto un Ddl che "correggesse" la legge n. 30, in modo da evitare uno scontro politico in Parlamento. In questo momento sembra comunque molto difficile che dall'Ulivo arrivi qualche segnale di disponibilità verso Letizia Moratti. Il suo Ddl dovrebbe avere un'articolazione simile a quella prevista dal testo Berlinguer. In sostanza, un disegno di legge con una serie di norme fondamentali e, per l'attuazione del piano della riforma, il rinvio a un regolamento del Governo. Quest'ultimo, però, prima di essere licenziato definitivamente dovrà passare al vaglio delle commissioni parlamentari, che possono esprimere rilievi e osservazioni. In questo modo, l'anno scorso, Tullio De Mauro presentò nella passata legislatura l'attuazione della riforma Berlinguer. Bloccata, poi, dal Governo Berlusconi.

Mercoledì 09 Gennaio 2002