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Standing ovation per Mattarella nella scuola di Vo' Euganeo: "Sfida decisiva per la ripartenza"

La visita del presidente della Repubblica con il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina nel Comune veneto dove le scuole hanno chiuso per prime causa Covid

15/09/2020
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la Repubblica

dal nostro inviato Concetto VEcchio

VO' EUGANEO - "Un Paese non può dividersi sull'esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola. Oggi la riapertura della scuola è una prova per la Repubblica. Per tutti. Nessuno escluso". Sergio Mattarella guarda negli occhi gli alunni di Vo', ma parla alla nazione e al mondo politico, squassato dalle polemiche nel giorno della riapertura della scuola dopo il doloroso lockdown. Vo', dove tutto è cominciato - qui c'è stato il primo morto per Covid, il pensionato Adriano Trevisan, 78 anni, e questa, insieme a Codogno, è stata la prima zona rossa d'Italia - lo accoglie con i tricolori affissi ad ogni balcone e un lungo applauso.

Aria di festa all'ombra dei Colli Euganei, i bambini con i cappellini bianchi o rossi o verdi, attendono pazienti il discorso del Presidente. Mattarella ricorda che la "scuola è una sfida decisiva per la società e ripartire da Vo' dà ancora più il senso di come questa sfida riguardi l'intero Paese".

Chiudere la scuola è stata una decisione "necessaria e dolorosa". Non sono parole vuote. La scuola è per un cattolico democratico come il Capo dello Stato il fondamento morale del nostro vivere civile, il primo mattone dello Stato. Mattarella è stato ministro della Pubblica istruzione e conosce benissimo un mondo che "è lo specchio della società, di cui riflette difficoltà e aspettative".

C'è un passaggio che può essere letto come un affondo contro i negazionismi, laddove dice che "la scuola deve formare cittadini consapevoli s sconfiggere l'ignoranza con la conoscenza e a fermare le paura con la cultura".

Poi dedica un passaggio commosso al povero Willy, ucciso dai pugni dell'odio a Colleferro: "Siamo sconvolti per la morte di Willy, pestato a morte per aver difeso un amico contro la violenza. Il suo volto sorridente resterà come un'icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell'intera nostra comunità. In coerenza con questi valori occorre spiegare il massimo impegno per contrastare chi pratica una violenza vile e brutale che più volte si è manifestata anche nei giorni scorsi. Chi la predica o la eccita nei social". La gente lo applaude.

Teatro dell'evento è il cortile dell'Istituto Negri, dove il professor Andrea Crisanti, molto omaggiato anche oggi, sottopose l'intera popolazione locale (3279 abitanti) a uno studio epidemiologico finito su Nature, e da cui venne fuori che il 43 per cento dei positivi al coronavirus era asintomatico. Questa consapevolezza, unita al precoce lockdown, ha salvato Vo': alla fine il bilancio è di tre morti e 150 contagiati.

Il presidente del Veneto Luca Zaia stringe decine di mani. Ci sono la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, il ct degli Azzurri, Roberto Mancini e il presidente del Cts Franco Locatelli, il professor Gianni Rezza, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il commissario Domenico Arcuri, attori come Alessio Boni e il vincitore delle Nuove proposte di Sanremo, Leo Gassmann.

Lo sguardo sociale di Mattarella si posa sugli studenti disabili, che hanno pagato un prezzo altissimo. Ammonisce: "A subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità. Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. E di queste sofferenze si son fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l'attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall'assegnazione degli insegnanti di sostegno". Parte un lungo applauso.

E ricorda gli studenti che non hanno avuto gli strumenti necessari per partecipare alle lezioni a distanza, "quelli che non avevano il computer a casa". Bisogna "disporre della banda larga ovunque". Poi spende parole di riconoscenza per i professori e i presidi, li ringrazia per la loro abnegazione. Cita la Costituzione: "L'articolo 34 esordisce con le parole 'La scuola è aperta a tutti', a significare che la scuola, inclusiva e democratica, deve accogliere i bambini e i ragazzi senza discriminazioni, ma anche che ogni cittadino deve sentirsi partecipe e impegnato nei confronti della scuola".

C'è un inevitabile passaggio politico: "Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che, in atto, vi sono risorse limitate". Ma non ci può dividere. Non sulla scuola. "Ciascuno faccia la sua parte".La ministra della Pubblica istruzione Lucia Azzolina, che si è più volte commossa, paragona la scuola a Ulisse e al suo lungo peregrinare e dice che "è arrivato il momento di riportarla al centro del sistema: ci saranno difficoltà, ma le supereremo".

Dice Mattarella nel sole feroce di Vo': "Tutti siamo responsabili, e dobbiamo sentirci tali nei confronti degli altri. Una prova di responsabilità è richiesta anche a voi, cari ragazzi, e sono certo che vi mostrerete all'altezza. Dai comportamenti di ciascuno dipende la sicurezza collettiva; quella dei vostri genitori, dei vostri nonni. Non c'è una responsabilità superiore che consenta di fare a meno di quella di ciascuno di noi. Dobbiamo andare avanti sapendo che sui sacrifici di oggi costruiamo il futuro".

Bisogna investire nella scuola. "A partire da un'adeguata programmazione del reclutamento del personale, da alcuni anni carente. Dobbiamo fare in modo che i migliori laureati abbiano come obiettivo l'insegnamento. Professione di valore e gratificante, che deve riscuotere il dovuto riconoscimento sociale".

Inizia un anno difficile, il più difficile della Repubblica, se salta la scuola salta il Paese. Da Mattarella arriva un invito a guardarvi con fiducia: "Mi ha scritto un'altra ragazza, di terza media, di Amelia: 'Questo tsunami che si è abbattuto su di noi ad un tratto ci ha reso vulnerabili e fragili, ma nello stesso tempo grandi e responsabili'".