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Stipendi fermi da anni e incarichi in aumento

I dirigenti scolastici

07/10/2017
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Il Messaggero


ROMA La scuola è nelle loro mani, la dirigono, la amministrano e si occupano di tutto quel che c'è da fare, dall'organizzazione della didattica alla sicurezza nell'edificio scolastico. Ma per i presidi, fino ad oggi, non ci sono state risorse adeguate. Negli anni i compiti sono aumentati di giorno in giorno, la paga no. Eppure, anche se tutti continuano a chiamarli presidi, dal 1998 sono diventati dirigenti della pubblica amministrazione a tutti gli effetti. Ma del ruolo del dirigente hanno solo gli oneri, non gli onori. Carichi di lavoro impressionanti e risorse esigue, dagli stipendi rimasti indietro di anni al personale amministrativo sempre carente con le segreterie scolastiche in affanno.
IL RECLUTAMENTOEppure, di lavoro, ce n'è tanto da fare. Le scuole in Italia sono circa 8.700 di ogni ordine e grado per quasi 8 milioni di studenti. I presidi in forze negli istituti, ad oggi, sono circa 7 mila. Ne mancano all'appello migliaia. E così le scuole vanno avanti grazie alla reggenze. In Italia infatti ci sono circa 1.700 scuole in reggenza: significa che un dirigente scolastico di ruolo nella sua scuola si vede affidare un'altra scuola, in reggenza appunto. Diventando così un dirigente a mezzo servizio che necessariamente non riesce ad essere presente in entrambe le scuole, senza contare che un istituto comprensivo può raggruppare in sé molti plessi scolastici (strutture diverse) e quindi un preside reggente in tutto si ritrova a che fare con 12 plessi di media, considerando le due scuole che dirige, con picchi che arrivano fino a 20 plessi per preside. Nel 2016-2017 il preside Glauco Berrettoni aveva 18 plessi in 7 comuni diversi in Liguria, dalla materna alle superiori, con sezioni serali e anche in carcere: «È stato massacrante, ero in viaggio 5 ore al giorno».
E i compiti si moltiplicano. Oggi il dirigente scolastico è chiamato a reclutare i docenti, a fare le nomine degli stessi per poi vederli trasferire altrove, pochi giorni dopo, con le assegnazioni provvisorie e così è tutto da rifare. E ancora i continui aggiornamenti dei dati e l'eventuale partecipazione ai bandi Pon che, trattandosi di finanziamenti importantissimi per le scuole, richiedono un lavoro preparatorio decisamente impegnativo. C'è poi da gestire il personale scolastico, gli amministrativi e i docenti così come i rapporti con le famiglie. E non è cosa da poco, anzi.
A mettere fine alla pratica delle reggenze dovrebbe arrivare a breve il bando per il nuovo concorso per dirigenti scolastici di cui è stato pubblicato da poco il regolamento in Gazzetta Ufficiale. Ma non si risolve il problema economico legato agli stipendi dei presidi che, in quanto dirigenti scolastici, dovrebbero in teoria guadagnare quanto un dirigente della pubblica amministrazione. Ma la realtà è ben diversa, i presidi infatti hanno il contratto scaduto dal 2010 e gli stipendi sono fermi in attesa di un nuovo contratto. La retribuzione media lorda dei dirigenti scolastici è di 57,861,57 euro, pari a 36.661,09 euro netti. Si tratta di circa 2.800 euro netti di media al mese, con oscillazioni legate alla fascia e alla regione di appartenenza. Qualcosa, forse, si sta sbloccando: «Il governo - spiega Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi che lo scorso 25 maggio ha portato a Roma in manifestazione oltre 3 mila dirigenti scolastici da tutta Italia - si è impegnato a ridurre la forbice tra la busta paga dei capi d'istituto e quella degli altri dirigenti della Pubblica Amministrazione, visto che oggi quella dei manager della scuola è nettamente inferiore a quella del resto» della Dirigenza Pubblica. La protesta quindi paga: «Il nostro obiettivo, come noto a tutti, resta quello della perequazione piena».
Lorena Loiacono