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Studenti in piazza "Le strade sono piene solo noi a casa"

Studenti in piazza "Le strade sono piene solo noi a casa"

01/12/2020
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La Stampa

andrea joly

maria teresa martinengo

Piazza Castello parla attraverso gli occhi e gli striscioni delle decine di studenti che non hanno rinunciato alla protesta contro la Dad dopo le ultime disposizioni regionali. Poteva essere il giorno del ritorno in aula per le classi seconde e terze della scuola media, ma i giovani studenti torinesi si sono trovati costretti ancora una volta a connettersi dalla strada. Anita, Lisa, Maia e gli altri: tutti si sono sentiti traditi dal presidente Cirio che fino a qualche giorno prima li aveva appoggiati: «Paghiamo noi la vostra incompetenza», «Strade piene, scuole chiuse. Benvenuti in Piemonte», «La Dad non è scuola» sono alcuni degli slogan rivolti verso il Palazzo della Regione per tutta la mattina. E i sit-in si sono moltiplicati: davanti al liceo Volta due docenti hanno insegnato dagli scalini della scuola. Alla media Foscolo si sono presentati tre studenti per rivedere professori e compagni. All'Ic Marconi Antonelli, oggi, si terrà una manifestazione con decine di studenti e genitori. A Palazzo Nuovo continuano a lottare Federico ed Edoardo per cancellare la tassa Unito di novembre e tornare alle lezioni in presenza. E dall'Università è arrivata a Cirio una lettera firmata da 37 docenti di Scienze della Formazione : «La sua

decisione sulle medie ci lascia perplessi e contrari – scrivono, riflettendo sull'equivoco sicurezza e sul problema della dispersione scolastica –, non è vero che riprendere una settimana prima di Natale non cambi nulla: interromperebbe un lungo distacco e questo per i ragazzi fa la differenza. Ritrovare la dimensione dell'incontro, guardarsi negli occhi, sentirsi parte integrante di un gruppo è forse l'aspetto più importante di questa fase di vita. Noi, come docenti, ci schieriamo dalla parte dei ragazzi e delle ragazze che chiedono di tornare in aula. Subito, e per restarci». Contenuti analoghi anche nella lettera rivolta a Cirio dalle associazioni piemontesi della scuola.

Sempre ieri, il presidente è stato destinatario delle proteste dei sindacati degli insegnanti. I segretari regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si sono rivolti al direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale Fabrizio Manca per contestare «l'ipotesi di rimodulazione e ridefinizione del calendario scolastico con l'intento di attuare recuperi riguardo alla mancata frequenza in presenza conseguente ai Dpcm e agli indirizzi attuali della Regione Piemonte». Di ridefinizione del calendario aveva parlato Cirio dopo la scelta di non riaprire le aule di II e III media. «Considerare il tempo trascorso in Didattica digitale integrata come "tempo perso" rappresenta un misconoscimento dell'attività didattica svolta, del grande lavoro anche volontario di questi mesi, del carico sulle spalle delle studentesse e degli studenti», hanno scritto i sindacati, chiedendo a Manca un incontro urgente. Sullo stesso tema hanno preso posizione i docenti dei licei Gioberti e Cavour, esprimendo «l'assoluta contrarietà all'ipotesi di recupero di presunte giornate e/o ore di scuola perse a causa della pandemia. Ciò che va recuperato è la scuola in presenza e in sicurezza». —