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Studenti universitari del terzo e quarto anno come maestri? Il Garante dice no

Parere negativo del CSPI sull’inserimento degli studenti universitari nelle graduatorie provinciali per le supplenze. «Vadano in un elenco a parte e solo quelli dell’ultimo anno»

09/07/2020
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Corriere della sera

Orsola Riva

Anche il Garante del sistema nazionale dell’istruzione si schiera contro il reclutamento di studenti universitari del terao quarto e quinto anno di corso in Scienze della formazione primaria per le supplenze alle scuole materne ed elementari. E’ questa la novità più controversa contenuta nel nuovo ordinamento delle graduatorie dei precari che il ministero dell’Istruzione sta mettendo a punto in queste ore. Creare, accanto alla prima fascia dei supplenti abilitati (vecchi diplomati magistrali o nuovi laureati in Scienze della Formazione Primaria), una seconda fascia che possa scendere in campo per coprire i buchi quando manchino i candidati «titolati»: situazione che nelle scuole del Nord è ormai quasi la norma. Secondo lo schema presentato la settimana scorsa ai sindacati dal capo di gabinetto Max Bruschi, alla riapertura delle scuole a settembre potrebbero essere chiamati a insegnare ai bambini dai tre ai dieci anni anche giovani di 21-22 anni purché abbiano sostenuto la metà degli esami previsti dal corso di laurea (150 crediti su 300). Una eventualità che - come segnalato dal Corriere - aveva già sollevato pesanti critiche da parte di sindacati ed esperti di educazione.Nell’adunanza plenaria svoltasi martedì 7 luglio il Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI) rincara la dose: «Pur riconoscendo la fase di emergenza straordinaria ritiene opportuno che si predisponga, in via temporanea, un elenco graduato provinciale distinto dal resto delle graduatorie che debbono restare riservate agli aspiranti che sono in possesso del titolo di studio. In tale elenco comunque sarebbe opportuno inserire gli studenti del V anno, in possesso di un numero di crediti formativi non inferiore a 240». Detto altrimenti: vista la situazione di emergenza, il CSPI ammette la possibilità di ricorrere per le supplenze anche a studenti che non abbiano ancora la laurea in tasca. Tanto più visto che la cronica mancanza di candidati in possesso del titolo già negli ultimi anni ha visto dilagare il ricorso alle Mad, le messe a disposizione di candidati senza altro titolo che il diploma di scuola superiore: dai geometri ai ragionieri agli studenti iscritti a qualsivoglia corso di laurea senza nesso alcuno con la professione insegnante. Ma può essere solo un’extrema ratio, non una pratica istituzionalizzata. Quindi i laureandi devono restare fuori dalle graduatorie ed essere inseriti in un elenco a parte. Non solo: come suggerito dal pedagogista Raffaele Mantegazza, si chiede di tagliar fuori gli studenti più acerbi, riservando la chiamata ai soli iscritti all’ultimo anno.