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Supplenti senza stipendio da settembre, Fratoianni (Leu): «Si trovino i responsabili»

Stavolta a scatenare la protesta è la denuncia di un professore della provincia di Pisa, che, pur avendo un incarico annuale, non ha visto un solo stipendio da settembre. Fratoianni: «Oltre il danno la beffa»

25/01/2018
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Corriere della sera

Entra in campagna elettorale ufficialmente la scuola. I cronici ritardi nel pagamento degli stipendi degli insegnanti supplenti, che vengono puntualmente denunciati ogni anno, diventano il tema di Liberi e Uguali, la formazione nata dagli scissionisti del Pd. «Oltre il danno la beffa- dice il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali- Non solo i docenti italiani guadagnano meno dei loro colleghi degli altri Paesi europei, ma quando hanno la fortuna di lavorare in modo precario vengono pagati chissà quando. Ecco un altro episodio, come denuncia oggi la stampa locale, in provincia di Pisa a Pontedera, dove un insegnante che ha preso servizio per un incarico annuale presso il locale Liceo non ha ancora visto uno straccio di stipendio da settembre 2017».

I responsabili

«Una situazione intollerabile - prosegue l’esponente di Leu, che già in passato aveva manifestato e protestato contro la Buona scuola di Renzi - come è intollerabile lo scaricabarile tra dirigenza scolastica e altri uffici statali: lentezze burocratiche, errori degli uffici, mancanza di risorse? Lo si dica apertamente e si individuino i responsabili dei ritardi. Invece di perdere tempo e denari nel magnificare la buona scuola, il governo avrebbe dovuto pensare a garantire queste minime esigenze di dignità e di rispetto delle persone». Fratoianni quindi chiede alla ministra Valeria Fedeli «che intervenga su questo episodio, che ha dell’incredibile. - conclude Fratoianni - Ci auguriamo davvero che nei prossimi giorni questa vicenda, finalmente venga risolta».

Gl intoppi

Da un punto di vista amministrativo e burocratico, il procedimento di pagamento dei supplenti è piuttosto complesso: le risorse vengono stanziate dal Miur, il ministero dell’Istruzione, sulla base delle segnalazioni di chiusura dei contratti delle scuole, ma erogate direttamente dal dicastero dell’Economia. Nel passaggio di consegne spesso ci sono ritardi e intoppi, come dimostrano le centinaia di segnalazioni che arrivano ogni anno, puntualmente: gli stipendi maturati dall’inizio dell’anno scolastico sono bloccati negli ingranaggi del Noipa, il sistema informativo del ministero dell’Economia. In molti casi sono le scuole a «caricare» tardi i contratti, o a commettere errori che rendono difficili i successivi passaggi burocratici. In passato il pagamento risultava spesso autorizzato ma fermo per mancanza di risorse, perché lo stanziamento fissato dal Miur era sempre inferiore alle reali esigenze: ma quest’anno sembra che le risorse siano sufficienti. Eppure, il corto circuito si è verificato anche quest’anno: secondo il calcolo dei sindacati, su oltre 100mila contratti precari, 50-60mila almeno sono rimasti senza retribuzione. Soprattutto quelli con incarichi brevi, rinnovati di mese in mese. Il risultato? Supplenti che bussano alle porte del sindacato per chiedere un prestito per l’affitto, la benzina, o un biglietto del treno: molti sono pendolari e stentano a pagarsi anche le trasferte.