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Tecnica della Scuola: Nuove superiori, il parere “sospeso” del CdS dà vigore ai sindacati

Flc-Cgil e Gilda tornano a chiedere il rinvio al 2011. Mentre i Cobas parlano già di concreta possibilità di far saltare l'applicazione della riforma. Determinanti, a questo punto, saranno i tempi di presentazione del parere che le Commissioni parlamentari avrebbero dovuto dare al massimo 15 giorni fa.

15/12/2009
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La Tecnica della Scuola

di A.G.

Flc-Cgil, Gilda e Cobas non si fanno attendere e al primo giorno utile, dopo lo stop del Consiglio di Stato sulla riforma della scuola superiore, inviano forti segnali per chiederne il rinvio al 2011.

Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, sostiene che il parere dei giudici di secondo grado della giustizia amministrativa " conferma che le nostre osservazioni fortemente critiche erano più che fondate: ribadiamo ora con maggior forza che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti ".I lavoratori della conoscenza fanno notare che le perplessità del Consiglio di Stato si aggiungono alle critiche del Cnpi e della Conferenza delle Regioni, che aveva subordinato l’entrata in vigore della riforma a correzioni corpose. Per il segretario dalla Flc-Cgil, che annuncia anche di continuare la mobilitazione anche dopo lo sciopero di venerdì scorso, è giunta l’ora " di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore ".Le ragioni, del resto, sarebbero così rilevanti da indurre il Consiglio di Stato a sospendere le valutazioni di rito e chiedere "che il Ministero dell'istruzione fornisca i chiarimenti richiesti" poiché "non è chiaro se il testo predisposto si mantenga nei limiti della delega".Concorde con i giudici di secondo grado è anche Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, che accoglie con soddisfazione il parere negativo espresso dalla magistratura amministrativa: “ lo stop imposto dal Consiglio di Stato sui regolamenti – ha detto il leader del sindacato autonomo - dà ragione a ciò che ribadiamo da mesi: la riforma delle scuole superiori deve essere rinviata di un anno”. “ Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere – ha continuato il sindacalista - con l’applicazione della riforma voluta dal governo. In particolare, viene contestato un eccesso di deleghe per un provvedimento che, considerata la portata e la delicatezza della materia, dovrebbe essere regolato da una legge e non da un decreto ministeriale ". La conclusione è che " a questo punto – ha detto ancora il coordinatore nazionale della Gilda – è evidente che il ministero dell’Istruzione dovrà rallentare questa deleteria corsa verso la riforma e rispondere ai chiarimenti chiesti dal Consiglio di Stato ".Un concetto, quello del rallentamento della riforma, che secondo Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, sarebbe già un dato di fatto:, le osservazioni fatte dal Consiglio di Stato alla riforma della scuola secondaria superiore, sommate al ritardo dei pareri delle commissioni parlamentari, rappresentano per i Cobas una bocciatura sonora dell'adozione già a partire dal prossimo anno dei nuovi programmi ministeriali.

Se al " cruciale stop da parte del Consiglio di Stato – ha commentato Bernocchi -, aggiungiamo che mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari, che avrebbero dovuto concludere i lavori entro novembre e che ora dovranno ridiscutere tutto alla luce del pronunciamento dei magistrati, diventa assai concreta la possibilità di far saltare l'applicazione della riforma, almeno per il prossimo anno".A dire il vero il portavoce dei Cobas avrebbe " di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che – ha concluso Bernocchi - distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana