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Troppe aule senza banchi: quei bambini in ginocchio Il caso degli alunni disabili

I racconti emersi dalla giornata di ieri delineano un'immagine della ripartenza decisamente in salita e non solo per le mascherine promesse mai arrivate in diverse scuole.

15/09/2020
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Il Messaggero

Senza banchi e senza docenti, la scuola non si può fare. Il risultato? Bambini per terra e studenti disabili costretti a tornare a casa. I racconti emersi dalla giornata di ieri delineano un'immagine della ripartenza decisamente in salita e non solo per le mascherine promesse mai arrivate in diverse scuole. Ne sanno qualcosa i genitori di un istituito comprensivo di Genova, del quartiere di Castelletto, che hanno visto una foto dei loro figli inginocchiati a terra, in classe. Il motivo? La scuola è rimasta senza banchi monoposto, ha solo le sedie e i piccoli, per scrivere e disegnare, si sono inginocchiati per appoggiare il quaderno sulla seduta. Un'immagine insopportabile, condivisa sui social anche dal Governatore della Liguria, Giovanni Toti, con su scritto: «Scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso. Non meritano questo trattamento. Un'immagine come questa non è degna di un Paese civile come l'Italia». Replica del preside Renzo Ronconi: «I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno domani pomeriggio e nel primo giorno di scuola, che è stato un giorno di festa, abbiamo solo evitato di rimettere quelli vecchi. La foto ritrae bambini che, durante una attività didattica, stanno disegnando sereni in libertà: una ingenuità da parte dell'insegnante farla girare ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini».
ASSENZEA dover fare i conti con le classi senza banchi anche tante altre scuole che, come nel caso del Pilo Albertelli di Roma, hanno già chiesto quadernoni rigidi cosicché i ragazzi possano scrivere sulle ginocchia. Ma gli arredi non sono l'unica criticità: mancano all'appello decine di migliaia di supplenti. Soprattutto sul sostegno dove un docente su tre è precario. A Pisa un bimbo di 6 anni con la sindrome di down non è potuto entrare a scuola perché non c'erano le insegnanti di sostegno: «Mio figlio da una settimana faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, felice e impaziente di andare per la prima volta a scuola - racconta la mamma - però pochi giorni fa la responsabile della scuola mi ha detto che il sostegno non c'era. Mi hanno anche detto di non portarlo almeno per lunedì e martedì». La famiglia ha già dichiarato che invierà una diffida al provveditorato della zona. Il ministero dell'Istruzione ha chiesto una relazione urgente alla scuola da cui è emerso che «a tutti gli alunni con disabilità è stata garantita la massima accoglienza, come doveroso. E che nel primo giorno di scuola 34 alunni con disabilità su 36 hanno regolarmente frequentato. Come previsto dalle norme vigenti, infatti, degli studenti con disabilità non si occupano solo gli insegnanti di sostegno, ma anche quelli curricolari». Stesso epilogo a Roma, dove a restare fuori dalla scuola è stato un bimbo autistico di 8 anni: alla mamma era stato assicurato che ci sarebbe stato l'assistente educativo culturale, ma poi all'entrata non c'era. Sarebbe arrivato forse più tardi, alle 11.
LACRIMELa mamma è tornata a casa, in lacrime e senza spiegazioni possibili da dare al figlio. Anche in questo caso il ministero di Viale Trastevere ha assicurato di aver svolto degli accertamenti sul caso, di aver saputo che la scuola non ha respinto il bambino. «Stiamo ricevendo da ogni parte d'Italia segnalazioni dalle famiglie» denuncia Roberto Speziale, presidente di Anffas, l'Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva.
L.Loi.