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Una scuola che tende ad espellere gli studenti

Una scuola che tende ad espellere gli studenti" Christine Bowler, insegnante e sindacalista, parla dei rischi della riforma voluta dal governo Blair O.C. - LONDRA Christine Bowler insegna...

17/12/2001
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Una scuola che tende ad espellere gli studenti"
Christine Bowler, insegnante e sindacalista, parla dei rischi della riforma voluta dal governo Blair
O.C. - LONDRA

Christine Bowler insegna in una scuola superiore di Londra ed è attiva anche nel sindacato degli insegnanti. Ha un passato nel Labour party, che ha lasciato prima delle scorse elezioni per unirsi alla Socialist Alliance, la formazione che raccoglie molti gruppi e piccoli partiti della sinistra inglese oltre a molti fuoriusciti dal new Labour di Tony Blair.
Quali sono i problemi principali per la scuola e per gli insegnanti?

L'elenco sarebbe infinito. Mi limiterò a citarne un paio che a mio avviso stanno segnando profondamente il lavoro anche di noi insegnanti. Da una parte c'é l'idea di scuola di questo governo, che la maggioranza dei docenti ritiene inadeguata e soprattutto discriminatoria nei confronti dei ragazzi meno abbienti. L'idea meritocratica che informa la nostra scuola con il new Labour è diventata ancora più radicale, nel senso che la selezione tende a diventare sempre maggiore. Dall'altra parte c'é questa ossessione del governo dei privati. Sembra non ci sia possibilità di salvarsi dalle cosiddette private finance initiatives, grazie alle quali il governo nei fatti dà in gestione ad aziende private le scuole anche per una ventina d'anni. Naturalmente le aziende intendono la scuola come un'impresa, dove il profitto deve comunque prevalere. A scapito naturalmente degli alunni. Tra l'altro voglio anche sottolineare un problema a mio avviso spesso sottovalutato: quello delle espulsioni permanenti e degli abbandoni scolastici. Sono tantissimi i presidi e gli insegnanti che ormai preferiscono ricorrere alle espulsioni di quegli alunni definiti "violenti", con comportamenti antisociali. Questo purtroppo è un dato in continuo aumento e non ci si ferma a riflettere su un problema che invece rischia di diventare molto grave nell'imminente futuro.

Qual è il giudizio complessivo del sindacato sul disegno di legge sull'autonomia scolastica?

Ci sono delle parti buone nella proposta di legge presentata dalla ministra Estelle Morris. Il sindacato per esempio tende a sottolineare che è buona l'idea di partenza, cioè quella che i presidi e le scuole dovrebbero avere più autonomia. Il problema è come questa autonomia viene interpretata dal governo. E qui casca l'asino, per così dire. Siamo di fronte a una vera e propria deregulation delle scuole statali. La ministra propone sì maggiore autonomia e libertà agli istituti, ma per fare che cosa? Le scuole di successo potranno pagare agli insegnanti dei bonus, alterare l'orario scolastico, tagliare le vacanze e addirittura optare per l'eliminazione di alcune parti del curriculum nazionale se ritenuto opportuno per gli studenti. I sindacati hanno però criticato soprattutto il fatto che il disegno di legge non affronta i problemi reali delle nostre scuole, cioè la carenza di organico e l'enorme mole di lavoro.