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Una Scuola del Popolo

Non rilascerà diplomi ma potranno frequentarla giovani e anziani, italiani e stranieri. Potreste andarci con vostro nonno o con il vostro vicino di casa indiano. Un’occasione per socializzare e accrescere le proprie competenze. Con un’ambizione: tornare all’idea di soccorso mutualistico che ha caratterizzato le origini del sindacato. Il racconto di colui che l’ha ideata, Ivo Vacca della FLC CGIL Sardegna.

14/06/2019
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Da ilfuturoe.blog

Un progetto per aprire le camere del lavoro alle persone e dare vita a occasioni di incontro, di scambio e di riflessione, grazie all’opera volontaria di tanti docenti in pensione che terranno le lezioni. Una scommessa ma anche una risposta alla domanda inespressa di tante persone attraverso la preziosa risorsa che aspetta solo di essere messa in campo: i pensionati.

Perché questo progetto nasce in Sardegna? Perché i problemi strutturali, economici e culturali (in senso antropologico) hanno creato una condizione su cui bisogna intervenire con urgenza. In questo modo si intende l’iniziativa politico rivendicativa del sindacato sui temi della povertà educativa quanto supportarla, facendola vivere con maggiore consapevolezza nella società. È necessario appropriarsi degli strumenti che solo la cultura può dare. Su questo la Sardegna soffre: ha il numero più basso di diplomati rispetto alla popolazione, la più alta percentuale di persone col solo titolo di licenza media, mentre i suoi neet superano il 29%. Non si può più aspettare, occorre dare subito un contributo veloce, anzi immediato. E chi, se non la Cgil? E dove se non nelle nostre Camere del Lavoro?

L’idea ci girava in testa da un po’. Intervenire subito per dar vita a luoghi di promozione culturale, nelle città così come nelle realtà più interne della Sardegna. Creare nuove opportunità per gli ultimi e gli esclusi, non importa se giovani o anziani, attraverso la promozione della cultura, intesa come strumento politico di riscatto. Occasione di rilancio dell’autostima in chi ha alzato le braccia e rinunciato ad affrontare una realtà per la quale pensa di non possedere gli strumenti, le attrezzature intellettuali per interagire, capire e partecipare. Un’opportunità importante, per migliorare la propria condizione a partire dal mercato del lavoro. Una scommessa che verrà vinta nel momento in cui queste persone riproveranno a mettersi in gioco, a discutere, a non accettare supinamente il semplice slogan. Magari, accettare anche di essere aiutati e indirizzati in un centro per l’istruzione per gli adulti e tornare alla scuola.

Ma qui vogliamo affrontare l’altro grande tema. L’attenzione e la valorizzazione dei pensionati, delle persone che vivono la pensione spesso in solitudine, ai margini dei processi e dei cambiamenti sociali. Parliamo di un patrimonio incommensurabile fatto di competenze, esperienze, entusiasmo e necessità di partecipare ed essere gratificati. Non è un tema da poco: una ricerca realizzata nel 2015 da Eurostat, l’Istituto europeo di statistica, ci dice che un italiano su otto si sente solo e ci colloca in cima alla classifica continentale della solitudine. La Cgil può offrire a questi due mondi l’opportunità di interagire, di aiutarsi, di integrarsi. Tutto questo nella scommessa politica di aprire le sedi della Cgil alla solidarietà, di tornare indietro con le società di mutuo soccorso, di ripartire anche dalla cultura per una politica vera, nel pieno spirito confederale che la contraddistingue.

La sperimentazione partirà da Oristano con tre laboratori (disegno e storia dell’arte, storia del ‘900 e lettura) che si terranno nella sede della Cgil di corso Umberto e ospiteranno da un minimo di dieci a un massimo di trenta ‘allievi’. Nel Campidano si registra un’alta dispersione scolastica, e questo progetto si affiancherà a quelli già in campo per contrastare il fenomeno.

Ma l’idea è stata immediatamente adottata anche dalla FLC CGIL nazionale. A Cagliari i seminari partiranno a settembre con un una lezione di prova all’aperto già entro fine mese. Poi toccherà a Taranto, Perugia, Como, La Spezia e Roma. Ogni territorio lavorerà su tematiche affini alle proprie tradizioni e al contesto, sempre con la finalità di stimolare la riflessione, favorire lo scambio di idee e il confronto fra le persone.