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Unità: «Sull'istruzione siamo all'emergenza democratica»

Intervista con Mimmo Pantaleo. Lo sciopero generale Cgil dell'11 dicembre 2009 «Riguarda tutti i dipendenti pubblici, ma la scuola corre i pericoli maggiori con un governo autoritario»

08/12/2009
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l'Unità

F. Luppino

Sarà un solo sindacato, ma l’attesa è per una grande mobilitazione. È lo sciopero generale dei dipendenti pubblici Cgil. Il centro, però, sarà la scuola. Il sito della FLC Cgil da giorni riporta un banner chiaro: forbice perde, lo slogan per lo sciopero generale dei lavoratori della conoscenza, definizione d’altri tempi, anche un po’ poetica. Ma per Mimmo Pantaleo, segretario generale della FLC Cgil, di poetico non c’è proprio nulla.

«Il governo sta mettendo in discussione il diritto costituzionale all’istruzione».

Cosa significa lo sciopero in questo momento?

Si fermerà tutto il pubblico impiego. Ma certo l’emergenza nell’istruzione è enorme. Il governo sta demolendo il sistema di istruzione pubblico, chiamano riordino quello che è uno smantellamento. Quando servirebbe il contrario per dare un futuro al nostro Paese. Cosa resta della scuola dopo un anno di riforma Gelmini? Cosa ha fatto più male? I tagli agli organici. Sta drammaticamente diminuendo la qualità, c’è un disegno pericoloso dietro tutto questo. Si è toccata la scuola primaria che ci invidiavano nel mondo; adesso stanno mettendo mano alla scuola secondaria superiore, con una ricaduta che sarà devastante. È aumentato il numero di alunni per classe e si fa fatica fisica a fare scuola. Invece di investire nelle strutture si disinveste. Venticinquemila precari non hanno trovato posto. Un miliardo e mezzo in meno per l’università. Il governo sta di fatto mettendo in discussione il diritto costituzionale all’istruzione. In silenzio sta andando avanti la destrutturazione della scuola superiore: il governo varerà un regolamento e sarà fatta. Senza discussione pubblica né parlamentare.

Non le sembra che il centrosinistra stia sottovalutando quel che sta accadendo?

Un governo che agisce così è un governo autoritario. Ha avuto tante obiezioni al disegno di riforma delle superiori, a partire dalle regioni. Ma sono pareri non vincolanti. Al centrosinistra dico che la battaglia si deve fare nelle aule parlamentari, ma soprattutto fuori, coinvolgendo tutti. Serve una poderosa mobilitazione pubblica.

Dopo la vostra una mobilitazione dei partiti...

Il Pd ha fatto proposte interessanti. Ma si deve fare di più. Siamo di fronte ad una emergenza democratica.

Cosa direte l’undici dicembre?

Vogliamo dedicare la giornata di venerdì alle nuove generazioni: sono loro le vittime della manomissione dell’istruzione, dei saperi, del disinvestimento nel settore della ricerca. A loro stanno rubando il futuro. La manifestazione partirà la mattina da piazza della Repubblica a Roma e finirà in piazza del Popolo. Chiuderà Epifani. Lo stesso giorno il Pd farà la sua iniziativa politica... Sarebbe stato meglio se l’avessero programmata per un’altra giornata. Non importa, comunque. Quel che chiedo, però, è che tutti i partiti dell’opposizione sostengano e dichiarino sin da ora di stare al nostro fianco l’undici dicembre. L’unità delle forze politici e sociali di opposizione è decisiva. Ognuno per la propria parte, il sindacato in autonomia dalla politica, ma tutti bisogna muoversi. Sono in gioco diritti costituzionali irrinunciabili