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Università, in Italia tasse altissime e solo 9 borse di studio ogni cento studenti

I dati della Commissione Europea: più care solo Inghilterra e Olanda. Appena il 10 per cento evita il salasso. L'Unione degli universitari: subito 150 milioni per gli assegni

21/10/2017
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Istruzione universitaria troppo salata in Italia e con pochissimi incentivi per gli studenti bisognosi e meritevoli. Il confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea è impietoso, in termini di diritto allo studio e aiuti per i giovani che intendono proseguire gli studi dopo il diploma la distanza dal resto del Vecchio Continente è siderale. Il report arriva dalla Commissione europea che ha aggiornato i dati sui sistemi di tassazione universitaria analizzando i sistemi di supporto per chi incontra difficoltà a pagarsi gli studi. Un tema caldo nei giorni in cui il governo ha annunciato parte degli interventi della prossima legge di stabilità (quella che una volta era la Finanziaria) con misure che lasciano deluse le organizzazioni studentesche.

In Italia il 90% degli studenti paga le tasse universitarie, le terze più alte d’Europa, e solo poco più di 9 su 100 ricevono una borsa di studio. Scorrendo i numeri, salta all’occhio il regime di paesi come Francia, Germania e Spagna, diretti concorrenti dell’Italia tra le potenze più industrializzate, dove le tasse universitarie non esistono o sono bassissime. È il caso della Germania dove non si pagano tasse, sia per le lauree triennali sia per quelle specialistiche, e dove uno studente su quattro può contare anche su una borsa di studio. Tasse bassissime Oltralpe – da un minimo di 184 euro all’anno – e pagate soltanto dal 61 per cento degli studenti. Ma con 4 ragazzi su dieci che ricevono un sostegno economico. E in Italia? Nel 2017/2018 il salasso per affacciarsi ai corsi triennali è salito a 1.316 euro. L’anno scorso eravamo a quota 1.262. “In un solo anno, il 4,3% in più”, denunciano le organizzazioni studentesche. E a pagare le tasse è il 90 per cento degli iscritti.

L’Italia figura tra gli ultimi Paesi anche per numero di borse di studio erogate: appena 9 ogni cento corsisiti. La Spagna è il Paese più vicino noi, ma per gli stessi corsi di studio la tassazione media arriva a 1.213 euro e tocca il 71 per cento della popolazione studentesca. Mentre sale al 30 per cento la quota di giovani che percepisce un grant per proseguire gli studi. Nell’Unione Europea, è nel Regno Unito e in Olanda che si pagano i conti più salati. Mentre nella maggior parte dei paesi scandinavi – Danimarca, Finlandia, Svezia – niente tasse e aiuti per la maggior parte degli studenti.

I ragazzi italiani non ci stanno. “Chiediamo – dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione universitari – che si trovino almeno 150 milioni di euro da investire nel Fondo integrativo statale per le borse di studio e che il Fondo di finanziamento ordinario destinato alle università sia incrementato con la finalità prioritaria di abbattere in modo sostanziale la contribuzione studentesca. A breve conosceremo i dettagli della prossima legge di bilancio. Quello che già conosciamo da anni sono i numeri del fallimento dell’università. Siamo il Paese che meno investe in istruzione e questo si ripercuote soprattutto su coloro che hanno meno possibilità di passare dalla scuola all’università e poi di essere in grado di proseguire il percorso di studio fino al titolo finale”.