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Università, quei punteggi che non tornano nei concorsi

L'Osservatorio indipendente chiede spiegazioni sulle valutazioni della commissione giudicante di un Dipartimento dell’Università di Bologna. Così anche atenei prestigiosi sono colti in fallo sull'attribuzione dei punti. L'Alma Mater: "Ci affidiamo al merito"

06/03/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

Al Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'Università Alma Mater di Bologna una candidata - vincitrice di un posto da professore universitario di seconda fascia - è riuscita a prendere 9,50 punti per i titoli consegnati per la sua "attività didattica integrativa", anche se la somma delle cinque voci considerate al massimo poteva dare il punteggio di 8,25. Uno e venticinque in più, gratis. A un secondo candidato è stato invece sottratto un punto, su due titoli diversi. Addizioni e sottrazioni sbagliate, ecco. "Errori materiali", si legge nel verbale che segue le prime contestazioni.
 
La stessa commissione giudicante è riuscita, poi, ad attribuire alla direzione di un gruppo di ricerca internazionale metà del punteggio rispetto alla partecipazione a un gruppo di ricerca interno. Interno al dipartimento. "Perché?", si chiede l'Osservatorio indipendente sui concorsi universitari, che ha scritto al rettore Ubertini, al ministro Bussetti, al viceministro Fioramonti. La candidata (vincitrice) ha ricevuto, anche in questo caso, il vantaggio. La commissione insediata da Unibo è riuscita a superare se stessa quando ha attribuito alla direzione di una rivista un quinto del punteggio rispetto alla semplice partecipazione (spesso è solo nominale) a un comitato editoriale. Partecipare vale cinque volte dirigere. Di nuovo: perché? "Queste scelte vanno assolutamente in controtendenza rispetto alla prassi accademica (e al buon senso)", hanno scritto quelli dell'Osservatorio, "e così la discrezionalità di una commissione sfocia nell'arbitrarietà".
 
È interessante notare che la commissione - riconvocata dal rettore lo scorso 21 dicembre - non ha ritenuto di dover spiegare i motivi di punteggi originali e inconsueti. Nell'università italiana, la letteratura purtroppo è lunga, un modo per far vincere il candidato pre-scelto è la negazione della matematica. O della logica. L'Associazione Trasparenza e merito, anche loro impegnati sul fronte dei concorsi universitari, sottolinea come delle 196 segnalazioni ricevute nei primi sedici mesi di attività 125 riguardano manipolazioni sui punteggi da parte delle commissioni. Sono il 64 per cento delle contestazioni.

L'Alma Mater: "Giudizi discrezionali"

Sul Dipartimento di Italianistica dell'Alma Mater è arrivata una gragnuola di lettere contestanti da parte dei diversi candidati sconfitti, i cui titoli sono stati valutati senza una spiegazione scientifica comprensibile. La prorettrice Chiara Elefante conferma che le segnalazioni sono state prese in esame, che la candidata vincitrice non ha ancora preso servizio e che gli errori materiali saranno presto corretti: "Siamo in un settore non bibliometrico in cui le valutazioni della commissione restano discrezionali", aggiunge. Meglio dodici pagine di un autore minore che trecento su Leopardi? "Non vorrei entrare in questo dettaglio, c'è un'analisi in corso, sarà attenta, ma non parlerei di criteri assurdi a priori, non vedrei a tutti i costi il dolo. I concorsi dell'Università di Bologna premiano il merito, lo dicono i fatti, le classifiche internazionali e le Valutazioni sulla qualità della ricerca".
   
C'è una seconda segnalazione dell'Osservatorio sui concorsi universitari e riguarda il trattamento riservato dall'Università di Firenze al professor Sandro Gelsomino, cattedra di cardiochirurgia all'Università di Maastricht. Rettore, Dipartimento e Garante d'ateneo conoscono il caso. Il professor Gelsomino, su queste basi, chiede esplicitamente al Senato accademico di Firenze di bloccare, "in via eccezionale", la chiamata di professore associato di Cardiochirurgia "per le pesanti accuse dell'Osservatorio, per i giudizi della commissione ingiustificabili e le anomalie e criticità prontamente segnalate lungo lo svolgimento del concorso". L'Osservatorio, tra le altre cose, aveva denunciato l'incandidabilità del chirurgo vincitore che per tre anni aveva prestato servizio in università (ragione di esclusione, secondo il bando).

Il cardiochirurgo che non riesce a rientrare a Firenze

Sui titoli, per spiegare il contenzioso, la commissione ha dato un giudizio "pari", licenziando il curriculum del professore emigrato all'estero come "autodichiarazione di una serie di collaborazioni come docente e come fellowship presso diverse altre sedi universitarie". Il professor Gelsomino rivendica che sotto l'autocertificazione ci sono in verità titoli (non riconosciuti, sottende) come l'insegnamento frontale al terzo anno di Medicina, la titolarità delle lezioni al PhD, la promozione di carriera "riservata solo ad alcuni full professors". Dall'altra parte - sostiene l'Osservatorio, intendendo dalla parta del vincitore - "non ci sono insegnamenti frontali, né la guida di una ricerca né la scrittura di un Grant". Anche la prova di Inglese è stata giudicata "alla pari" quando il professor Gelsomino insegna in Olanda tutti i giorni, in lingua inglese, "a studenti inglesi, americani, canadesi e australiani".
 
Il rettore di Firenze Luigi Dei ha firmato il decreto di regolarità degli atti e il capo Dipartimento ha proceduto a una rapida chiamata del vincitore. Lo sconfitto chiosa: "Lo stesso rettore che oggi afferma che chi ha 100 pubblicazioni non può perdere contro chi ne ha 50 come giustifica il fatto che io che ne ho presentate 240 ho perso contro un collega che ne ha portate soltanto 60?". L'Università sul caso Gelsomino preferisce attendere il giudizio del Tar della Toscana, dovrebbe arrivare a breve.
 
L'Ateneo di Firenze, ricordiamo, ha di recente messo il timbro di regolarità a una doppia cattedra di Storia delle dottrine politiche assegnata a marito e moglie. Ed è coinvolto in due pesanti inchieste: una riguarda Giurisprudenza e una seconda, più recente, proprio Medicina .  

Recenti sentenze del Tar del Veneto e del Lazio hanno annullato concorsi, nel primo caso, perché le valutazioni della commissione non erano state eseguite in maniera analitica e, nel secondo, per l'eccesso di discrezionalità dei giudici. Appoggiandosi ai criteri vaghi e i giudizi non poggiati su motivazioni comprensibili, l'Osservatorio ha contestato al prestigioso Politecnico di Torino la selezione per un posto di ricercatore universitario a tempo determinato in Pianificazione territoriale. E ha chiesto l'annullamento del concorso.