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Utilizzazioni, il nodo del blocco

l confronto Miur-sindacati si riaccende sul ripristino del vincolo triennale per i neoassunti

06/06/2017
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ItaliaOggi

Marco Nobilio

Riunioni a tamburo battente a viale Trastevere tra i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda e dell'amministrazione scolastica per giungere al più presto alla stipula del nuovo contratto sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Le parti si sono incontrate ieri pomeriggio. E stamattina è previsto un ulteriore incontro. Due i nodi più intricati da sciogliere: il ripristino del blocco triennale della mobilità annuale per i neoimmessi in ruolo e la rivisitazione della normativa sulle utilizzazioni nei licei musicali.

La preclusione triennale della mobilità annuale ai neoimmessi in ruolo deriva dal combinato disposto di più norme. Da una parte la legge 107/2015, che prevede la durata triennale degli incarichi di docenza conferiti agli insegnamenti soggetti al sistema degli ambiti e della chiamata diretta. Dall'altra il testo unico, che prevede il blocco triennale del diritto di accesso alla mobilità interprovinciale in via ordinaria (si veda il comma 3 dell'articolo 399).

Lo scorso anno il legislatore aveva bypassato il problema introducendo una deroga valevole solo per le operazioni di mobilità del decorso anno scolastico. Quest'anno la deroga legislativa non c'è. Ma potrebbe essere introdotta per via negoziale. Il decreto Madia, infatti, ha ridato alla contrattazione il potere di derogare le norme di legge. Anche se, nel caso della mobilità, tale deroga va esercitata nel rispetto dei vincoli di legge. Formula di non facile interpretazione. Che però, proprio, perché interpretabile (e non tassativa come le norme precedenti che vietavano le deroghe) potrebbe consentire alle parti di disapplicare il blocco almeno per un anno. In questo caso, più che di una deroga si tratterebbe di una sorta di interpretazione costituzionalmente orientata delle disposizioni dello scorso anno che, in assenza di proroghe, potrebbero determinare l'insorgenza di un trattamento discriminatorio nei confronti dei docenti che quest'anno si trovano nelle stesse condizioni. Insomma, i margini interpretativi per trovare una soluzione esistono. E la particolare congiuntura politica favorisce la possibilità che le parti possano trovare un accordo.

Sulla questione delle utilizzazioni nei licei musicali le tesi in campo sono diverse. Ma è diverso anche il contesto in cui ci si muove quest'anno. Dal prossimo anno scolastico, infatti, questi istituti potranno giovarsi di un corpo docente stabile. A differenza che in passato, quando le cattedre venivano costituite in organico di fatto e venivano coperte con utilizzazioni o supplenze, quest'anno le cattedre sono state costituite in organico di diritto. Pertanto, dal 1° settembre, il 50% dell'organico sarà coperto da docenti titolari, che si sposteranno in questi istituti con passaggi di cattedra o di ruolo. E il restante 50% con vincitori di concorso. Ciò deriva dal fatto che ormai sono state istituite le relative classi di concorso e ciò consente di superare la fase di provvisorietà che ha caratterizzato i movimenti negli ultimi anni. Allo stato attuale, dunque, non potrebbe più giustificarsi la prassi invalsa che ha consentito ai docenti di accedere a questi istituti anche in assenza delle situazioni giuridiche che presuppongono le utilizzazioni: lo stato di esubero o di soprannumerario trasferito d'ufficio. E non potrebbe giustificarsi nemmeno la prassi deteriore delle utilizzazioni parziali. Che consente al docente interessati di lasciare parte della propria cattedra di titolarità e di sostituirla (per un anno e per effetto dell'utilizzazione) con uno spezzone di pari ore presso un liceo musicale.

Il tutto interrompendo la continuità didattica sulla cattedra di titolarità e con aggravio di costi per l'erario, a fronte delle maggiori spese per la retribuzione del docente utilizzato rispetto a quella prevista per un eventuale supplente. Già in passato la giurisprudenza aveva censurato l'utilizzo nei licei musicali di docenti non in esubero e non soprannumerari. E lo aveva fatto in un periodo dove nei licei musicali la situazione non si era ancora stabilizzata e non esistevano ancora cattedre di diritto. Pertanto, continuare a consentire ai docenti di musica non in esubero e non soprannumerari di accedere alle utilizzazioni anche parziali andrebbe a ledere gli interessi dei docenti a tempo determinato, che avrebbero titolo ad aspirare ad ottenere incarichi sui vari spezzoni che si renderanno disponibili in organico di fatto. E ciò potrebbe determinare l'insorgenza dell'ennesimo contenzioso seriale.

Se dovesse prevalere la tesi dell'accesso all'utilizzazione in deroga, gli estremi ci sarebbero tutti. Da una parte la lesione dell'interesse degli aspiranti e dall'altra la violazione di legge (che consente le utilizzazioni solo per ricollocare gli esuberi) e dello stesso contratto sulle utilizzazioni, che non ha mai individuato tra i destinatari delle utilizzazioni i docenti non in esubero o non soprannumerari, salvo poche limitate eccezioni.