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Vaccini, presidi: «Senza il certificato dell’Asl non si potrà venire a scuola»

I dirigenti: la circolare di Grillo? Per noi vale la legge Lorenzin. Polemica per la frase del ministro sulle inevitabili morti per morbillo. Burioni: si evitano solo con l’immunità di gregge

09/08/2018
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Corriere della sera

Margherita De Bac

Presidi contro governo. «Allo stato attuale se non verrà presentato all’inizio dell’anno il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a nidi e materne». Si spalanca un solco profondo tra l’Anp, l’associazione nazionale che rappresenta i massimi dirigenti scolastici, e il ministro della Salute Giulia Grillo. Sua e di Marco Bussetti (Istruzione) la circolare del 5 luglio che ha rotto gli indugi. Secondo le nuove disposizioni basterà la sola autocertificazione per assicurare l’ingresso in classe.I presidi però non ci stanno ritenendo: «Non è possibile far prevalere la nuova circolare. Il diritto alla salute è prioritario. Per ora ci atteniamo alla legge Lorenzin, sarà quest’ultima ad essere applicata».

Rischio contagio

Le norme del 2017 prevedono che se inadempienti all’obbligo i piccoli non entrino. Ieri un incontro tra l’associazione e il capo di gabinetto del Ministero, Alfonso Celotto. Il presidente Antonello Giannelli ha espresso «netto dissenso sulle classi differenziali composte da soli vaccinati in cui inserire alunni immunodepressi, con problemi di non idoneità alla profilassi. Resta il rischio degli spazi comuni dove il pericolo di contagio aumenta». La situazione ribolle e siamo a meno di un mese dalla riapertura delle lezioni con tanti input in ballo.

Legge 2000

Da una parte la circolare che introduce l’autocertificato, in contrasto con una legge del 2000 che esclude la certificazione medica dalla documentazione amministrativa. Poi l’emendamento al decreto Milleproroghe approvato dal Senato, in discussione alla Camera dall’11 settembre, che posticipa al 2019-20 l’applicazione delle sanzioni per le famiglie non in regola ammorbidendo il principio dell’obbligo. Infine il disegno di legge parlamentare, pare ancora più orientato verso la libertà di sceltaLe Regioni non arretrano.

Regioni in guerra

Al ritorno dalle ferie il coordinatore per la sanità Antonio Saitta, assessore in Piemonte, definirà assieme ai colleghi dissenzienti le azioni da intraprendere. «Noi non stiamo portando avanti nessuna proposta», afferma replicando all’intervista di Grillo sul Corriere della Sera. «Se il Parlamento non elimina l’emendamento noi lo impugneremo di fronte alla Consulta», traccia la prima ipotesi Saitta. La seconda: ordinamenti regionali per mantenere l’attuate sistema: «Noi ci avevamo lavorato molto col ministero e invece da parte di questo ministero nessun confronto. Non si può buttare via tutto».

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La circolare del 5 luglio

Morti evitabili

Non si spegne il botta e risposta tra Grillo e l’immunologo Burioni. Lei sul Corriereha affermato che non si possono escludere casi di morbillo. Lui replica: «Il ministro non si può illudere che non morirà nessuno. Dovrebbe sapere che dove c’è l’immunità di gregge non muore nessuno di morbillo. Il suo dovere sarebbe di portarci in quella illusione».