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Minacce alla FLC CGIL Basilicata. La reazione del sindacato

Il nostra organizzazione denuncia comportamenti che provocano contrapposizioni strumentali e indeboliscono i lavoratori della scuola.

25/07/2013
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A cura della FLC CGIL Basilicata

Il giorno 18 giugno 2013, il Segretario Generale della FLC CGIL di Basilicata e di Matera ha esposto denuncia contro ignoti presso il Comando dei Carabinieri di Matera a seguito delle minacce ricevute attraverso lettera anonima.

Probabilmente si tratta di un gesto inconsulto di una singola persona ma che desta delle preoccupazioni in quanto si è determinato in un contesto problematico quale quello lavorativo della scuola che negli ultimi anni, a seguito della notevole riduzione di posti, ha creato inoccupazione anche tra i precari storici del personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo).

Questa situazione di riduzione dei posti che ha messo a repentaglio i servizi e la sicurezza nelle scuole e ha inoccupato i precari storici del personale ATA, creata dai tagli lineari realizzati negli ultimi cinque anni, la FLC CGIL l’ha contrastato con una chiara politica sindacale di opposizione attraverso azioni nazionali (manifestazioni, scioperi generali, sit-in, documenti, audizioni parlamentari, ricorsi ordinari e alla Corte costituzionale, ecc.) e regionali (potenziamento dell’offerta formativa e dei servizi).

Un’azione politica nazionale e territoriale che la FLC CGIL, molto spesso, ha portato avanti da sola con determinazione e civiltà oltre che con estrema chiarezza e coerenza nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni preposte.

Abbiamo constatato invece che negli ultimi tempi, la precarizzazione estrema determinata dai tagli agli organici, ha alimentato gli appetiti di chi storicamente ha tentato di costruire consensi facili sulla pelle dei lavoratori ingenerando contrapposizioni strumentali basate su sospetti, equivoci, maldicenze e sulla contestuale somministrazione di informazioni sindacali di assoluta infondatezza.

Un atteggiamento sindacale “già visto”, ricco di contraddizioni e qualunquismo che, con le medesime modalità strumentali, tenta di determinare fratture fra il personale ATA, esponendolo a rischi imprevedibili e incontrollabili.

Oggi, guarda caso, utilizzando un Sindacato che storicamente nasce come Associazione degli insegnanti, si cerca di ingenerare una contrapposizione inesistente tra i precari ATA ed i lavoratori della CO.PE.S appartenenti ai 2.200 cittadini che vivono in condizione di forte disagio e che, pur utilizzati dal Comune di Matera nelle scuole del primo ciclo scolastico, non interferiscono minimamente con la dotazione organica del personale ATA che il MIUR ha assegnato alle scuole.

Né tantomeno il profilo dei lavoratori CO.PE.S permette ai Dirigenti scolastici di utilizzarli in sostituzione del personale ATA i quali in caso contrario si metterebbero nelle condizioni di essere denunciati per mancata applicazione della normativa scolastica.

Ci sembra un atteggiamento viziato e provocatorio che tenta di celare un infantilismo politico autorefenziale utilizzando, ancora una volta, la contrapposizione strumentale e inutile tra categorie deboli di lavoratori in estrema difficoltà (precari ATA e lavoratori Co.PE.S) e, guarda caso, trascura volontariamente o secondo l’opportunità del caso il vero problema che penalizza i precari ATA: il dilagante fenomeno provinciale, regionale e nazionale della mancata o ritardata nomina del supplente del personale ATA che diffusamente e in difformità con la normativa vigente i Dirigenti Scolastici omettono.

Come FLC CGIL continueremo a difendere tutti i lavoratori della scuola ed in particolare i precari utilizzando tutte le “civili” e “coerenti” azioni sindacali possibili (vertenze, contrattazioni d’istituto, ricorsi soggettivi e collettivi, manifestazioni, scioperi, ecc.), perché convinti, da sempre, che la loro principale e fondamentale tutela rientri nella salvaguardia della scuola pubblica quale luogo democratico e deputata al servizio costituzionale al cittadino.
Ci opporremo con tutti i mezzi a tutti “quelli” che, per il “gusto del protagonismo come puro spirito”, direttamente o indirettamente alimentano stati d’animo che possano sfociare in atti inconsulti ed indebolire ulteriormente i lavoratori della scuola.