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La FLC CGIL Calabria commenta l’ordinanza regionale sulla riapertura delle scuole superiori in presenza

La scuola calabrese utilizzata come strumento di contesa politica.

01/02/2021
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A cura della FLC CGIL Calabria

L’ordinanza diramata sabato 30 gennaio, a firma del Presidente facente funzioni della regione Calabria e a poche ore dal rientro in classe degli alunni delle scuole superiori, rappresenta, per la scrivente O.S., un atto di gravità inaudita. Non possiamo non manifestare, a nome della FLC CGIL, tutto il nostro sconcerto e totale disapprovazione, sia nel metodo che nel merito, per gestire la complessa questione della riapertura della scuole superiori a partire dal primo febbraio.

Nel metodo: riteniamo gravissimo che a distanza di poco più di 24 ore, attraverso una diretta Facebook, si annunci la posizione della regione Calabria in merito alla ripresa delle attività scolastiche in presenza nelle scuole superiori, creando una situazione di enorme confusione a dimostrazione della totale inconsapevolezza sul funzionamento delle istituzioni scolastiche e delle ricadute che questo ha sull’intera comunità.

Ancora più grave, in questo contesto, è la totale assenza di un assessore all’istruzione ormai invisibile da mesi alle esigenze e continue richieste di un settore così strategico per la Calabria.

Nel merito: la continua violazione - a dimostrazione della natura e cultura politica di chi emette le ordinanze - dell’art. 117 della Costituzione, previsto dal legislatore per salvaguardare la competenza organizzativa e didattica dell’autonomia scolastica. Un’intrusione inopportuna, impropria e anticostituzionale che sembra essere più una prova di forza con il governo sul tema dell’autonomia differenziata che, al contrario, il dovere del coinvolgimento delle singole realtà scolastiche e la valorizzazione della loro autonomia.

Non possiamo più tollerare questi interventi discrezionali da parte della regione che nascondono, in realtà, l’incapacità di intervento sulla sicurezza delle scuole, sui trasporti e sul sistema sanitario.

La scuola calabrese viene utilizzata dal Presidente Spirlì come strumento di contesa politica nella totale mancanza di rispetto verso gli studenti, i lavoratori e le famiglie. Abbiamo più volte cercato di stabilire un “contatto” al fine di trovare strade e soluzioni percorribili unitariamente e mai da utilizzare strumentalmente come inutile ed estenuante contrapposizione. Non fa parte della nostra natura. Non abbiamo mai avuto risposta. Pretendiamo, pur nella diversità di opinione, rispetto. Lo esigiamo, anche nei confronti dei Dirigenti Scolastici, dei Docenti e del personale ATA che da mesi lavorano con grande spirito di sacrificio per garantire il diritto allo studio a migliaia di studenti calabresi. Per queste ragioni avvieremo sin da subito una vasta campagna di mobilitazione e di coinvolgimento dell’intera categoria per rivendicare interventi ed ottenere le soluzioni più adatte e necessarie alla scuola calabrese.