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Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

I documenti delle Università di Perugia, Firenze e della Calabria

04/10/2005
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Coordinamento Ricercatori Farmacia, Università di Perugia

Il coordinamento dei ricercatori di Farmacia dell'Università degli Studi di Perugia, riunitosi in data odierna a seguito dell'approvazione, con voto di fiducia al senato, del DDL Moratti, deprecando lo stravolgimento delle procedure parlamentari imposto dal governo decide di:
sospendere sin da oggi qualsiasi tipo di attività didattica, comunicando che il blocco si protrarrà sino a quando non interverranno segnali chiari ed inequivocabili tesi a bloccare il DDL in sede parlamentare.

Contestualmente il coordinamento ribadisce l'intenzione di ritirare la disponibilità a tenere corsi in affidamento dal momento in cui il DDL verrà definitivamente approvato.

Certi che la Facoltà vorrà accogliere con solidale appoggio questo estremo tentativo di protesta invitiamo professori associati ed ordinari ad aderire alla settimana di mobilitazione indetta da varie sigle sindacali dal 10 al 15 ottobre p.v.

Perugia, 29 Settembre 2005

Università degli studi di Firenze

Disegno di legge sullo stato giuridico

Mozione del Consiglio di amministrazione

Il Consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Firenze, nella seduta del 30 settembre 2005, in relazione all’approvazione da parte del Senato della Repubblica del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari, giudica inaccettabile che sia stata adottata una procedura che, scavalcando la discussione e il voto della Commissione Istruttoria, ha troncato il necessario dibattito.

La decisione assunta si configura come un atto di chiusura verso le Università, che in modo largamente unanime si sono espresse nel corso di questi mesi in termini fortemente critici nei confronti del DDL in questione, giudicato dannoso per il rilancio della ricerca e per il sostegno di un adeguato sviluppo scientifico e tecnologico del Paese.

Il Consiglio evidenzia la gravità di una simile risposta anche e soprattutto dopo i richiami al confronto espressi dal mondo universitario.

Il Consiglio denuncia come particolarmente grave il fatto che non sia previsto alcun finanziamento dei costi derivanti dall’applicazione del DDL, con la inevitabile conseguenza di ulteriori allarmanti contrazioni della capacità del sistema universitario italiano di dare accesso a giovani meritevoli.

venerdì, 30 settembre 2005

Senato Accademico dell'Università della Calabria

fa proprio il documento della CRUI del 22 settembre u.s., in merito alla grave decisione di troncare la discussione nella competente commissione parlamentare e di portare direttamente in aula del Senato della Repubblica il provvedimento sullo stato giuridico ed il reclutamento dei docenti, senza che sia stato definito un testo a seguito de il dibattito avviato in luglio in VII Commissione;

ribadisce il proprio giudizio fortemente e motivatamente critico sul testo presentato dal Ministro in Commissione, che non risolve affatto i problemi che intendeva affrontare ma, al contrario, si configura oggettivamente come carico di conseguenze negative per gli Atenei del Paese;

esprime il proprio sconcerto e la propria preoccupazione nel constatare che nessun riferimento alla ricerca come primario diritto-dovere dei docenti universitari è presente nel testo, quasi si sottintendesse che il "luogo"della ricerca in Italia sia da definirsi al di fuori delle Università, per le quali sempre di meno si stanzia nei bilanci dello Stato, affinché tale diritto-dovere possa essere effettivamente esercitato;

osserva come il provvedimento istituzionalizzi il precariato risolvendo nel peggiore dei modi il nodo del reclutamento dei giovani, che saranno sempre più incentivati ad abbandonare gli Atenei da una previsione normativa che non offre loro condizioni neppure lontanamente paragonabili a quelle che possono trovare nella maggior parte degli altri Paesi avanzati, nel momento stesso in cui non vengono prefigurandosi per loro opportunità di assunzione in modo stabile se non dopo un lungo periodo di precariato, in un Paese, come il nostro, connotato da un mercato del lavoro intellettuale particolarmente rigido;

in aggiunta, appare evidente nel testo una volontà di mortificare i ricercatori universitari in servizio, senza un adeguato riconoscimento delle funzioni svolte in questi anni attraverso l'istituzione di un terzo livello di docenza di ruolo, necessario altresì per dare ai giovani una reale prospettiva;

sottolinea peraltro l'urgenza di una riforma dell'attuale normativa concorsuale, che potrebbe andare positivamente definendosi secondo le linee proposte dal testo governativo, ma a condizione che sia effettivamente realizzato un sistema nazionale di valutazione degli Atenei attraverso l'istituzione di un'agenzia indipendente che assicuri terzietà ed imparzialità di giudizio; così come urgente si configura l'esigenza di dare una soluzione soddisfacente al nodo della distinzione tra procedure per il reclutamento e regole per le progressioni di carriera dei docenti già in servizio;

ritiene inaccettabile che il provvedimento contenga una esplicita previsione normativa che esclude ogni onere aggiuntivo sul bilancio dello Stato derivante dal provvedimento stesso, dichiarando paradossale ed insensato che tale previsione sia inserita in un provvedimento che il DPEF strettamente ma contraddittoriamente collega con l'obiettivo dichiarato della volontà di realizzare il rilancio dell'università italiana per la quale si riconosce l'esigenza di un "salto di qualità";

considera imprescindibile che su una così rilevante riforma strutturale del sistema universitario si rinunci ad inaccettabili forzature e si raggiunga il necessario livello di condivisione tra le forze parlamentari e negli Atenei;dichiara all'opinione pubblica di non essere in grado di garantire, nella situazione così venutasi a creare, il regolare avvio dell'anno accademico;

dà mandato al Rettore di definire, in collegamento con la CRUI, forme di risposta e di protesta adeguate alla gravità della situazione, non escludendo tra queste l'autosospensione degli organi collegiali.

Senato Accademico dell'Università di Genova

Il Senato Accademico dell'Università di Genova ritiene estremamente grave la decisione d'interrompere bruscamente il dibattito in Commissione e di portare il ddl sulla riforma dello stato giuridico dei docenti universitari direttamente in Aula al Senato. Il Senato Accademico ribadisce il giudizio espresso nella seduta del 30/06/05 e la richiesta di ritiro del provvedimento per permettere di pervenire ad una soluzione condivisa dalle rappresentanze del mondo universitario.