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Elezione del Rettore all’Università degli Studi del Sannio: le proposte della FLC CGIL ai candidati

E' importante ripristinare un confronto vero da cui, in tempi certi e stretti, si possano dare risposte alle attese del personale dell’Università del Sannio.

16/07/2019
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A cura della FLC CGIL di Benevento

Per il territorio sannita è di fondamentale importanza riaffermare il ruolo della formazione universitaria, della ricerca, dell’innovazione che accompagni il tanto atteso e mai decollato sviluppo dell’economia delle nostre zone interne, oggi destinate allo spopolamento e alla desertificazione dal punto di vista industriale, agricolo ed anche del turismo. Le grosse capacità intellettuali di cui è dotato l’Ateneo del Sannio, senza mai prevaricare l’autonomia delle altre istituzioni e delle imprese, devono saper accompagnare gli attesi processi di sviluppo della provincia sannita, per essere volano di un nuovo e vincente modello di sviluppo.

Ripensare ad un’offerta formativa che si diversifichi rispetto alle università della Campania, ma anche del Molise e della Puglia, non per fare concorrenza, ma per costruire quella sinergia in rete, quella programmazione partecipata nella didattica, nella ricerca, nell’organizzazione che sia foriera di un nuovo risorgimento non solo per i nostri territori, ma per l’intero Paese. Un’offerta formativa che travalichi i confini ristretti dei nostri territori per guardare all’intero Mediterraneo fino a spingersi verso l’Oriente, paesi in cui già qualche studente ha scelto l’Ateneo del Sannio per la propria alta formazione.

È necessario un cambio culturale su cui l’Ateneo deve investire senza ulteriori indugi. Il confronto, l’accoglienza, la collaborazione, la democrazia devono essere patrimonio dell’intero Ateneo, per diffonderlo, con convinzione, all’intero Paese. L’obiettivo sarà quello di scongiurare le pulsioni becere che si diffondono al ritmo di twitter dell’odiatore di turno, prima contro lo straniero, poi contro il Sud fino alla ricerca della disintegrazione dell’unità del Paese, della secessione dei ricchi teorizzata nel disegno di legge ormai in discussione dell’Autonomia differenziata regionale.

Sarebbe necessario non soltanto interrogarsi sul perché i già pochi laureati del Sannio, rispetto a quelli degli altri Paesi europei, siano costretti a trovare lavoro lontani dal nostro territorio, se non all’estero. Sarebbe auspicabile immaginare un ruolo attivo dell’Ateneo nella creazione di nuove opportunità di lavoro con la creazione di start-up per favorire l’innovazione ed il trasferimento tecnologico verso il sistema produttivo locale.

Investire nel potenziamento di scambi culturali con gli istituti di istruzione superiore per instaurare con essi rapporti continuativi e non episodici, in modo da rendere l’orientamento un sistema capace di dare risultati significativi nell’incremento del numero degli iscritti, rispettando attitudini e vocazioni degli studenti, per incoraggiare scelte consapevoli.

Per raggiungere questi obiettivi occorre tracciare un percorso di coinvolgimento e di valorizzazione delle risorse interne, docenti, personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, studenti, dottorandi, assegnisti affinché tutti si sentano parte attiva del progetto di rilancio dell’Ateneo sannita: non si può essere precari o sottoutilizzati a vita e dare il massimo contributo possibile all’Ateneo!

Ai diversi piani straordinari di assunzione e di carriera del personale docente (che non sempre ha visto riconosciute tutte le migliori competenze) deve seguire un piano straordinario di assunzioni del personale tecnico amministrativo, da troppo tempo penalizzato sì da scelte governative, ma non solo: nel 2014 erano 207 unità oggi divenute 153, con accresciute molestie burocratiche ministeriali, carichi di lavoro divenuti insopportabili e responsabilità di gran lunga superiori rispetto a profilo professionale posseduto.

Per le rappresentanze sindacali, tutte, si avverte l’urgenza di ripristinare un confronto vero da cui, in tempi certi e stretti, si possano dare risposte alle attese del personale dell’Università del Sannio: contratto di Ateneo, progressioni economiche, regolamenti per le attività conto terzi, per gli incarichi, e per la formazione. Altrettanto certo dovrà essere il disegno di una riorganizzazione da troppo tempo attesa che programmi un futuro di ampio respiro per l’Ateneo. Solo da ciò potranno scaturire le necessarie ed improcrastinabili assunzioni che potranno garantire i necessari servizi agli studenti e l’altrettanto importante supporto tecnico-aministrativo ai docenti per garantire una didattica ed una ricerca di qualità.

L’importante esperienza del Bilancio sociale, che l’Ateneo del Sannio da 6 anni presenta, non deve rimanere un esercizio teorico, ma deve servire a monitorare il grado di benessere dell’intera comunità universitaria: lavoratori, studenti, territorio in modo da poter assumere valenza migliorativa.

Un segnale significativo potrebbe essere l’impegno, di chi si candida a governare il nostro Ateneo, nel rivisitare gli stessi meccanismi di elezione del Rettore proprio a partire dall’eliminazione del voto ponderato per il personale tecnico amministrativo, col riconoscimento di pari dignità a tutte le componenti della comunità accademica.

La FLC CGIL continuerà, nel solco già tracciato, a muoversi come sempre senza pregiudizi, in un’ottica collaborativa e propositiva col solo intento di partecipare al processo di cambiamento in atto, nell’esclusivo interesse dell’Ateneo del Sannio.

La Segretaria generale
Evelina Viele