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Elezioni regionali Emilia Romagna: da Modena l’appello al voto dei sindacati della scuola università e ricerca

Il comunicato e il testo dell’appello di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola RUA.

18/01/2020
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FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola RUA
Modena

Alla vigilia di un importante appuntamento elettorale come quello delle elezioni regionali in Emilia Romagna, le Organizzazioni Sindacali modenesi della Scuola, dell’Università e della Ricerca FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola/Rua, invitano le lavoratrici e i lavoratori del comparto della scuola, università e ricerca a non sottovalutare questo appuntamento e a recarsi alle urne il prossimo 26 gennaio.

Gli obiettivi principali di questo impegno civico sono tre: difendere la qualità di vita e le tutele sociali e civili che fanno di questa regione un punto di riferimento a livello europeo, con alla base valori imprescindibili quali la solidarietà, l’antifascismo e l’antirazzismo; rivendicare l’indissolubilità e l’unicità del nostro sistema di istruzione nazionale, a partire dal ruolo strategico che saperi e conoscenza rivestono in un luogo strategico dal punto di vista educativo, industriale e culturale quale l’Emilia Romagna; rispondere alla domanda di futuro che si è innalzata prepotente proprio dalle scuole e dagli studenti, nel corso del 2019, sull’insostenibilità ambientale dei modi di produrre e di vivere.

Le nostre scuole e le università sono da sempre i luoghi che anticipano i cambiamenti della nostra società: qui si confrontano le differenze di provenienza geografica, di estrazione sociale, di credo religioso, e tutto riesce a trovare sintesi ed eqUILibrio, a dimostrazione del fatto che scuola e università sono i luoghi del possibile.

Noi crediamo che l’impegno della politica debba essere quello di dare risposte alle ragazze e ai ragazzi che faticano ad immaginare un futuro dignitoso, sviliti da un orizzonte fatto di incertezze e precarietà.

A queste richieste, a questi bisogni, non può rispondere un modello di politica che ha fatto dell'arroganza, di un inutile e dannoso identitarismo e dell'autoreferenzialità la cifra della propria iniziativa e del proprio consenso, acuendo le tensioni sociali, identificando il nemico nel presunto diverso e contrapponendo gli ultimi ai penultimi. Ai bisogni universali di diritti e di tutele non si può rispondere con un dannoso e anti-storico sovranismo.

Viviamo una regione nella quale storicamente gli investimenti sui diritti e sulle tutele sociali e civili hanno garantito qualità alle condizioni di vita; una regione con una fortissima vocazione industriale e nella quale le conquiste del lavoro sono arrivate prima che altrove; una regione vivace dal punto di vista culturale; che rappresenta un unicum e un punto di riferimento nel panorama nazionale.

Una regione quindi nella quale la scuola, l’università e la ricerca hanno un ruolo determinante, e che non possono essere spacchettate su base regionale e devono rimanere uniche e indissolubili su tutto il territorio nazionale.

L’Emilia Romagna può ancora essere una regione all’avanguardia nella tutela delle persone, dei lavoratori, dei cittadini, se saprà continuare a coniugare il lavoro, lo sviluppo e l’innovazione con la solidità dei valori della solidarietà, dell’antifascismo, dell’antirazzismo.

Appello al voto

Alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, le Organizzazioni Sindacali modenesi della Scuola, dell’Università e della Ricerca FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola/Rua, invitano le lavoratrici e i lavoratori di questo importante e fondamentale comparto a non sottovalutare questo appuntamento e a recarsi alle urne il prossimo 26 gennaio.

Il sindacato è strutturalmente e per propria costituzione autonomo dalla politica e dai partiti, ma ogni occasione di partecipazione rappresenta ciò di cui si sostanzia la nostra democrazia e pertanto va sostenuta e incentivata.

E proprio la democrazia, insieme al rispetto e all’applicazione dei principi costituzionali, sono il tratto caratterizzante di chi quotidianamente lavora nei luoghi del Sapere, della conoscenza e della Cultura; di chi coltiva i valori dell’inclusione, dello scambio, della crescita reciproca facendo delle diversità un valore aggiunto e una risorsa fondamentale per la collettività.

Le nostre scuole e le università sono da sempre i luoghi che anticipano i cambiamenti della nostra società: qui si confrontano le differenze di provenienza geografica, di estrazione sociale, di credo religioso, e tutto riesce a trovare sintesi ed eqUILibrio, a dimostrazione del fatto che scuola e università sono i luoghi del possibile.

È fuori da questi luoghi che invece si determina una vera e propria frantumazione dei rapporti tra le persone a causa di tensioni sociali, incertezza e precarietà lavorativa, che diventa poi precarietà di vita: aspetti questi che hanno caratterizzato negli ultimi anni le dinamiche economiche e sociali di tutti i paesi occidentali.

Noi crediamo che l’impegno della politica debba essere quello di dare risposte alle ragazze e ai ragazzi che faticano ad immaginare un futuro dignitoso per quando saranno fuori dalle scuole e dalle università che frequentano, sviliti da un orizzonte fatto di incertezze e precarietà.

Compito della politica è, ancora, quello di ridurre fino a colmare il divario tra le persone e tra i cittadini, di portare a sintesi bisogni comuni e garantire tutele sociali e prospettive di vita di qualità.

A queste richieste, a questi bisogni, non può rispondere un modello di politica che ha fatto dell'arroganza, di un inutile e dannoso identitarismo e dell'autoreferenzialità la cifra della propria iniziativa e del proprio consenso, acuendo le tensioni sociali, identificando nel presunto diverso il nemico e contrapponendo gli ultimi ai penultimi.

Una politica che dà queste risposte è una politica miope e incapace di ogni analisi e proposta, che non si interroga sulle cause delle crescenti disuguaglianze e asseconda colpevolmente la mortificazione della Costituzione, delle istituzioni, dei luoghi e momenti della democrazia, e dei soggetti della rappresentanza.

Una politica di questo segno, che alimenta la paura per alimentare il proprio consenso, è dannosa e pericolosa per la vita delle persone e per gli eqUILibri di ogni tessuto sociale.

Al contrario, per rispondere al bisogno di certezze e per tornare a dare senso e speranza alla parola “futuro” occorre recuperare una dimensione collettiva, restituire partecipazione alla politica, al sindacato, alla cultura, al sociale, ai giovani e alle donne, ai soggetti che hanno attraversato la crisi economica e sociale, con l’obiettivo di ricostruire un tessuto di civile convivenza che oggi appare in larga parte sfibrato da chi fa speculazione sulle diseguaglianze e sulle povertà.

Viviamo una regione nella quale storicamente gli investimenti sui diritti e sulle tutele sociali e civili hanno garantito qualità alle condizioni di vita; una regione con una fortissima vocazione industriale e nella quale le conquiste del lavoro sono arrivate prima che altrove; una regione vivace dal punto di vista culturale; che rappresenta un unicum e un punto di riferimento nel panorama nazionale.
Una regione quindi nella quale la scuola, l’università e la ricerca hanno un ruolo determinante.

Dai lavoratori dei nostri settori e dei nostri comparti viene, fortissima, la rivendicazione dell’indissolubilità e dell’unicità del sistema nazionale dell’istruzione. Un sistema che non può essere spacchettato e frammentato su base regionale, che non può essere sacrificato sull’altare di un federalismo dell’istruzione che altro non sarebbe che un pegno a forme, inutili e dannose, di micro sovranismo. La nostra scuola è una ed è la scuola della Repubblica e della Costituzione.

Dai nostri studenti e dalle nostre studentesse, che animano il movimento del Friday For Future viene, altrettanto forte, la richiesta di cambiare radicalmente il segno ad un modello di sviluppo che non è più sostenibile. La sfida da raccogliere è impegnativa ma imprescindibile!

L’Emilia Romagna può ancora essere una regione all’avanguardia nella tutela delle persone, dei lavoratori, dei cittadini, se saprà continuare a coniugare il lavoro, lo sviluppo e l’innovazione con la solidità dei valori della solidarietà, dell’antifascismo, dell’antirazzismo.

Le nostre Organizzazioni sono da sempre laboratori di condivisione e di rigenerazione dei legami sociali, oltre che interpersonali.

In un tempo di solitudine e di smarrimenti vogliamo ripartire dai fondamentali: inclusione, solidarietà e presidio dei principi costituzionali.