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Riforma mercato del lavoro: la CGIL dell'Emilia Romagna sciopera

La FLC CGIL aderisce alla mobilitazione con l'astensione dal lavoro per l'intera giornata con diverse articolazioni provinciali.

13/04/2012
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A cura della FLC CGIL Emilia Romagna

La CGIL dell'Emilia Romagna e tutte le sue strutture provinciali hanno assunto la decisione di programmare scioperi articolati, per tutti i settori pubblici e privati, valutando negativamente le decisioni assunte dal Governo Monti di riformare il mercato del lavoro e manomettere l'articolo 18.

A partire da questa convinzione, la CGIL ha indetto scioperi territoriali ai quali la FLC CGIL aderisce per l'intera giornata. Queste le articolazioni territoriali di sciopero:

  • 19 aprile, Modena
  • 20 aprile, Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì-Cesena
  • 24 aprile, Rimini
  • 27 aprile, Ravenna

Il punto di approdo a cui è giunto il Governo mette in forte discussione il valore sociale del lavoro, la tutela di diritti fondamentali, la dignità del lavoro e dei lavoratori.

Non si investe nella crescita e nel futuro dei giovani, si riducono le tutele e non si individuano soluzioni concrete per combattere la precarietà.

Non si crea lavoro con i licenziamenti facili, non si crea occupazione ingenerando una devastante guerra tra generazioni e contrapponendo diritti, non si creano prospettive vere per i giovani se si cancella di fatto il diritto alla pensione.

All'idea poi di estendere gli ammortizzatori sociali non ci sottraiamo: ma crediamo che questa estensione debba riguardare tutti i lavoratori di tutti i settori a prescindere dal tipo di contratto. E di questo non c'è contezza nel testo licenziato dal governo! Al contrario, si ridimensiona l'arco temporale e si riduce l'entità dell'indennità erogata e vengono pesantemente indebolite le tutele per i lavoratori più anziani.

Una riforma vera del mercato del lavoro dovrebbe partire dalla riduzione delle varie tipologie contrattuali oggi esistenti. Invece, nulla di tutto ciò è presente nel testo del governo: si confermano, invece, tutte le 46 tipologie di contratti precari. La riforma colpisce i precari due volte: prima toglie loro l'opportunità di un lavoro dignitoso, poi quella di una giusta retribuzione.

Si è indebolito l'effetto di deterrenza dell'articolo 18, da sempre e ancor di più oggi, una conquista di libertà e di civiltà.

La difesa dell'articolo 18 e delle norme per contrastare i licenziamenti illegittimi rappresentano un diritto inalienabile per i lavoratori. Un diritto per noi indisponibile perché è una garanzia democratica contro ogni forma di abuso: è grazie ad esso che continuiamo a essere cittadini, e non sottoposti, anche sul posto di lavoro.

Nel testo del governo si afferma che quelle norme, se approvate, troveranno applicazione anche nei settori pubblici e della conoscenza.

Così, sarà più facile licenziare il personale della scuola, dell'università, della ricerca, dell'alta formazione che a seguito dei tagli e alla necessità di contenimento della spesa, risulteranno essere in sovrannumero. Ma non solo: in questo modo ci si potrà liberare, con una certa disinvoltura, anche di coloro che esprimono un pensiero critico e alternativo a quello imposto.

Chiediamo quindi a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, di scioperare insieme alla CGIL e alla FLC, per difendere il diritto al lavoro, contro coloro che vogliono cancellare i diritti e il punto di vista dei lavoratori e a sostegno di un piano di investimenti nei settori della conoscenza, necessario per determinare sviluppo, crescita economica e democrazia.

Bologna, 13 aprile 2012