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Confermato quanto denunciato dalla FLC CGIL: migliaia di posti vacanti nelle scuole della Lombardia

Nemmeno la nuova procedura ha portato in Lombardia nuovi insegnanti.

07/09/2020
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A cura della FLC CGIL Lombardia

Milano, 4 settembre 2020 - Come abbiamo denunciato da subito, dopo le operazioni di immissioni in ruolo concluse oggi in Lombardia, le annunciate 19.499 immissioni in ruolo autorizzate dal Ministero si sono rivelate un bluff!

I nuovi insegnanti di ruolo che hanno ottenuto la nomina sono solo circa 4.000 (il 21%).

Nemmeno la cosi detta “call veloce”, che consentiva alle persone di altre regioni di spostarsi nelle graduatorie dove rimanevano posti vacanti, ha portato una soluzione. Solo 56 sono le domandepervenute per la Lombardia da tutta Italia!

Una possibile motivazione di ciò è legata alla norma di Legge, piovuta dall’ alto senza accordo sindacale su tale materia, che vincola per cinque anni i docenti nella provincia e nella scuola assegnata senza dare possibilità di muoversi, anche solo per un anno, alle persone con situazioni famigliari quali presenza di bambini piccoli e in età scolare o presenza di famigliari disabili.

Oltre 15.000 posti dovranno essere coperti da Supplenze. A questi posti si devono aggiungere quelli creatisi con l’ organico di fatto e le deroghe dei posti di sostegno.

Calcoliamo in 40/50.000 le supplenze che in Lombardia si dovranno assegnare.

Si conferma la criticità di questa Regione sul fronte della precarietà presente nelle nostre scuole.

Precarietà che colpisce chi la subisce ma, anche, le bambini/i, le ragazze/i a cui non si garantisce una continuità didattica, con insegnanti che cambiano ogni anno in quanto supplenti.

Molto consistente la carenza di docenti di Italiano, Matematica, Fisica, Tecnologia.

Particolarmente colpiti sono le alunne e gli alunni diversamente abili a cui saranno assegnati docenti supplenti e non specializzati (almeno 20.000 supplenti).

Anche la mancanza di insegnanti specializzati per il sostegno è dovuta ad errate programmazioni nel tempo da parte del Ministero di autorizzazione dei corsi di specializzazione e dei posti assegnati alle Università. Tra l’altro con costi molto elevati per chi vuole frequentarli: circa 3.000 euro.

Ma anche sul fronte delle altre graduatorie esaurite esiste una motivazione. L’assenza di concorsi regolari non banditi dal Ministero ha svuotato nel tempo le graduatorie ma, oltre a ciò, c’è un calo di interesse negli anni degli studenti che scelgono di affrontare un percorso universitario per diventare insegnante. Professione sempre più svilita nel suo ruolo e valore sociale e sottopagata. Affrontare cinque anni di università, aggiungere ulteriori esami per crediti universitari, aspettare un concorso, studiare di nuovo e superarlo per poi percepire 1.400/1.500 euro di stipendio non è un incentivo alla professione.

L’inizio dell’ anno scolastico, oltre all’incertezza data dell’ emergenza sanitaria e dalle procedure che le scuole devono adottare per la sicurezza e la tutela della salute di studenti e personale scolastico, sarà caratterizzato dai ritardi e confusione che il ministero ha accumulato e dal fatto che il 7 settembre, inizio della scuola dell’infanzia in Lombardia, e il 14 settembre inizio degli altri ordini di scuola non tutti gli insegnanti saranno in classe, causa le migliaia e migliaia di supplenze che si devono ancora assegnare.