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Concorso per Dirigenti scolastici in Molise: ristabilita la verità dei fatti

La sentenza del Consiglio di Stato ripristina i diritti dei vincitori e smentisce

12/12/2013
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A cura della FLC CGIL Molise

La querelle relativa al concorso per dirigenti scolastici in Molise è, finalmente, destinata a finire.

Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 25 ottobre 2013, ha accolto il ricorso di coloro che avevano visto annullata dal TAR la graduatoria concorsuale e ripristina, nuovamente, i diritti dei docenti vincitori del concorso per dirigenti scolastici.

Lo scorso anno, proprio in questo periodo, avevamo denunciato pubblicamente il tentativo di coinvolgere la FLC CGIL Molise in questa vicenda, con dichiarazioni offensive anche dell’onorabilità personale, nelle quali si sosteneva che il segretario regionale della categoria aveva asserito il falso. In quell’occasione abbiamo fatto notare, sommessamente, che la magistratura amministrativa, nei suoi vari gradi di giudizio, avrebbe stabilito la verità dei fatti.

Il polverone alzato sulla vicenda, dopo la sentenza di annullamento del concorso emessa dal TAR Molise e le reazioni scomposte di qualche legale, hanno visto da parte nostra il solito atteggiamento di chi sta al merito delle questioni, invitando alla calma e a non esasperare gli animi con dichiarazioni avventate. Qualcuno, invece, aveva addirittura affermato che era stata messa in atto una filiera criminale!

La sentenza del Consiglio di Stato ricostruendo i fatti, pone la parola fine sulla questione. Riconosce in maniera cristallina che le dichiarazioni prodotte dalla FLC CGIL Molise erano supportate da fatti concreti e circostanze inoppugnabili. Il concorso, pertanto, non va annullato ed è pienamente legittimo. Da quella graduatoria si attingeranno i nominativi di coloro che, a partire dal prossimo anno, dopo la razionalizzazione della rete scolastica, diventeranno dirigenti scolastici.

In un momento di gravi difficoltà economiche e di evidenti tensioni sociali, alimentare il fuoco della polemica pretestuosa e dei sospetti senza riscontro, non aiuta ad affrontare i problemi ed a risolverli. Anzi, getta benzina sul fuoco.

Ci auguriamo che coloro che hanno alzato i toni della polemica, fino ad arrivare a formulare accuse rivelatesi destituite di fondamento, chiedano scusa e facciano ammenda proprio nel rispetto delle sentenze emesse “in nome del popolo italiano”, come invocato da qualcuno.