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Scuola dell’infanzia: FLC CGIL Torino “i diritti non si comprano sul mercato”

Il sindacato sollecita un intervento del governatore Sergio Chiamparino sulla legge regionale approvata dalla precedente giunta che riconosce alle scuole paritarie un diritto di veto rispetto alla possibilità di un comune di investire nella scuola pubblica statale.

01/08/2014
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A cura della FLC CGIL Torino 

Il diritto di veto concesso dall'ex giunta regionale Cota alle scuole paritarie rispetto alla possibilità di un Comune di investire nella scuola pubblica statale ha sollevato in questi giorni notevoli polemiche e ha limitato di fatto la proposta di un'offerta formativa da parte della scuola di stato a Torino e in Piemonte. 
Si tratta di un provvedimento approvato a suo tempo e ispirato alla strategia di introdurre una logica di mercato nel diritto all'istruzione e di sostenere la scuola paritaria a svantaggio di quella di stato. La FLC CGIL di Torino ritiene che questa legge regionale presenti elementi di incostituzionalità: la scuola laica, la libertà di scelta (tanto evocata dalle scuole paritarie) e la libertà di insegnamento ne risultano fortemente pregiudicate.

Riteniamo che la nuova giunta debba prendere posizione affinché sia garantito il diritto di scegliere da parte dell'utenza e delle famiglie il sistema scolastico più affine alla disponibilità economica e alle preferenze culturali. Iscrivere i propri figli in una scuola paritaria ad indirizzo cattolico, insegnare in una scuola paritaria ad indirizzo cattolico implica l'accettazione di un patto formativo coerente con l'indirizzo della scuola. 
Premesso che la FLC CGIL organizza e tutela tutti i lavoratori, compresi quelli delle scuole paritarie, e che in questi anni molteplici sono state le contrattazioni e le vertenze per difendere salario e occupazione, riteniamo che questa vicenda rappresenti il terreno in cui si misurano le forze sociali e politiche impegnate a rilanciare il sistema pubblico di istruzione e non la sua privatizzazione, con evidenti ricadute culturali. La logica di mercato riproduce le differenze sociali e di classe di partenza accentuando i rischi di esclusione e discriminazione.

La FLC CGIL è portatrice di una visione che assegna alla scuola un ruolo inclusivo e universalistico e che sostiene diritti che non possono essere “decisi” da imprese o organizzazioni private o religiose e, soprattutto, non possono essere conseguenti alla condizione sociale ed economica delle allieve e degli allievi. 
I diritti non si comprano sul mercato e non sono prerogativa di nessuno, tanto meno di coloro ai quali è stato assegnato il privilegio di opporre un veto alle scelte altrui. Sulla base di questo principio, invitiamo le forze politiche a intervenire rapidamente affinché sia ripristinato un principio di uguaglianza e giustizia sociale cambiando la legge nel rispetto dei principi e dei valori della Costituzione.