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Quel pasticciaccio… del Policlinico di Catania

Per la FLC CGIL Catania "nel corso del 2012 le elementari regole della democrazia sono state messe a dura prova".

01/10/2012
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A cura della FLC CGIL Catania

In questo caldissimo inizio d'autunno o, se si preferisce, di fine estate, la paradossale vicenda del Policlinico "Gaspare Rodolico" di Catania si arricchisce di nuovi e avvincenti capitoli. La trama avventurosa si tinge di ironia, nemmeno tanto velata, e sarebbe anche avvincente se non rischiasse di costituire l'ulteriore beffa per quei 275 lavoratori che un bel mattino si sono ritrovati "sfrattati" e hanno visto mutato, unilateralmente, il loro contratto di lavoro, nonché il loro diritto acquisito di lavoratori universitari.

Tant'è che le elezioni per il rinnovo delle RSU sono state alquanto "fantasiose" nello svolgimento e nei contenuti nominali delle liste elettorali e, riguardo al rinnovo del Senato Accademico, la senatrice uscente della FLC CGIL ha visto negato il proprio diritto alla ricandidatura perché "non facente più parte delle liste elettorali universitarie…". Tutto ciò in netto contrasto con autorevoli voci dello stesso ateneo catanese le quali affermavano che "…I lavoratori trasferiti dall'università al policlinico mantengono il patrimonio dei diritti acquisiti e rimangono inquadrati nel comparto Università".

A conferma della "bipolarità" manifestata in più occasioni, si sono verificate, inoltre, contestazioni sui permessi retribuiti specifici del comparto università ma, soprattutto, quotidianamente le prerogative sindacali sono state disattese e sono stati ignorati gli inviti reiterati, da parte delle Organizzazioni Sindacali universitarie, affinché si avviassero tavoli di confronto e concertazione.

Come avevamo previsto, il provvedimento unilaterale e arrogante, a suo tempo contestato in tutti i modi da lavoratori e sindacati, che giungevano perfino ad avviare iniziative legali, nonché  il ricorso al TAR Sicilia, sta mostrando oggi, anche ai suoi più accaniti sostenitori, tutta la sua illegittimità.
È dell'11 settembre 2012 la nota dell' assessore Massimo Russo diretta all'Università di Catania, in cui si annuncia la "revoca in autotutela dei decreti assessoriali di approvazione degli accordi quadro e di tutti i relativi atti presupposti…". Decisione assunta a seguito di un intervento dei Ministeri della Salute e dell'Economia. Conseguentemente vengono meno gli impegni finanziari che la Regione Sicilia si era assunta.

Dopo la nota dell'assessore Russo, le varie interlocuzioni, i vari chiarimenti e le varie controdeduzioni, un'altra paura,  certo meno "tecnica" e forse immotivata ma assolutamente "umana" , serpeggia tra i dipendenti del Policlinico ex universitari e forse ex sanità…" di chi sarà l'onere economico del pagamento degli stipendi dei 275 lavoratori costretti a vagare nel limbo contrattuale? Che cosa succederà nel momento in cui la diatriba fra ateneo catanese e assessorato non dovesse trovare soluzione?".

E ancora ci si chiede, perché mentre le Università di Messina e Palermo non hanno in alcun modo modificato lo stato giuridico, né "trasferito ad altro ente" il proprio personale, all'Università di Catania ci si ostina a mantenere posizioni cristallizzate e, a questo punto, illogiche e paradossali?

Sono stati mesi, quelli del 2012,  in cui le elementari regole della democrazia sono state messe a dura prova. Il Rettore di Catania ha scelto pervicacemente di evitare qualsiasi forma di confronto e di dialogo con le parti sociali e si è assunto, di conseguenza, tutta la responsabilità di un atto palesemente illegittimo che chiediamo venga immediatamente ritirato così come indicato dalla nota assessoriale e così come più volte richiesto dai lavoratori interessati e dalle Organizzazioni Sindacali.

Da sempre garante dei diritti e della legalità, la FLC CGIL continuerà a stare a fianco dei lavoratori del policlinico e delle loro famiglie, per seguire, vigilare, informare e se è il caso denunciare, nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie prerogative sindacali.