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Ex sportellisti: FLC CGIL Sicilia, non accetteremo che migliaia di posti di lavoro siano buttati a mare

Il nostro sindacato giudica irresponsabile il comportamento del governo regionale.

29/01/2015
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A cura dell’ufficio stampa CGIL Sicilia

Dopo la CGIL regionale, sulla vicenda degli ex sportellisti interviene anche la FLC CGIL. “Il piano dell’assessore regionale al lavoro sugli ex sportellisti - dice Giusto Scozzaro, segretario generale della FLC CGIL Sicilia - è inaccettabile alla luce anche del fatto che è questo governo che si è inventato il progetto Ciapi sbaraccando un sistema privato che da 15 anni svolgeva un servizio di interesse pubblico che la regione non riusciva a garantire. Non si può prima creare false illusioni tra i lavoratori - sottolinea - e poi annunciare di fatto i licenziamenti chiedendo paradossalmente ottimismo”.

Scozzaro specifica che “a suo tempo la FLC e la CGIL hanno detto che si prospettava un salto nel buio per i lavoratori. Il governo - prosegue - prima dunque si adopera in un senso mettendo anche in difficoltà il sindacato e poi, con l’assessore al lavoro, cambia linea con un metodo autoreferenziale che non possiamo accettare”. Per Scozzaro è anche “sconcertante la posizione della dirigente generale che è stata la più accanita sostenitrice del progetto Ciapi non volendo continuare un’esperienza degli enti di formazione che noi invece - precisa - chiedevamo che proseguisse e che ora tace”. 

La FLC si dice “disponibile a discutere di riqualificazione del servizio, di certificazione delle competenze ma di non essere affatto disponibile ad assistere inerte al concretizzarsi di scelte irresponsabili che buttano a mare esperienze e professionalità sulle politiche attive del lavoro e migliaia di posti di lavoro”. La federazione di categoria della CGIL chiede all’assessore di aprire un confronto “senza pregiudizi e senza preconcetti, altrimenti il conflitto si farà sempre più duro e la tensione sociale crescerà alle stelle. Anche perché - sottolinea Scozzaro - il quadro attuale del settore è drammatico: niente cassa integrazione, niente contratti di solidarietà , niente tutele mentre gli Enti chiedono continuamente l’apertura dello stato di crisi e l’avvio di trattative sui licenziamenti collettivi”.