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Documento dei Ricercatori dell'Università degli Studi di Firenze sul DL 112/08

Proseguono le iniziative di protesta negli atenei italiani contro i contenuti del provvedimento.

21/07/2008
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Le iniziative di mobilitazione negli atenei

Nell'ambito delle iniziative di mobilitazione che si stanno svolgendo negli atenei italiani per informare i lavoratori sui provvedimenti contenuti nel DL 112/08, pubblichiamo di seguito il testo del documento approvato all'unanimità dall'Assemblea Generale dei Ricercatori dell'Università degli Studi di Firenze che si è svolta il 18 luglio.

Roma, 21 luglio 2008
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Documento approvato dall'Assemblea Generale dei Ricercatori dell'Università degli Studi di Firenze

I Ricercatori dell'Università di Firenze esprimono con forza il loro dissenso verso i contenuti del Decreto Legge 112/08, in particolare per gli articoli che riguardano l'università, l'alta formazione e la ricerca e che prevedono fra gli altri:

  1. limitazione al 20% del turn over, per gli anni 2009-2011, del personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due di blocco dei concorsi;

  2. ulteriori drammatici tagli al Finanziamento pubblico dell'Università;

  3. la prospettiva della privatizzazione degli Atenei attraverso la loro trasformazione in Fondazioni;

  4. taglio delle retribuzioni dei docenti e del personale tecnico e amministrativo:

Tali provvedimenti determineranno la scomparsa in breve tempo dell'Università italiana, come sistema pubblico nazionale, previsto e tutelato dalla Costituzione, il cui mantenimento deve essere a carico dello Stato e non a carico degli studenti e delle loro famiglie.

E saranno soprattutto gli studenti ad essere danneggiati perchè non sarà più garantita una offerta formativa di qualità, che può essere fornita solo da Atenei in cui i docenti possano svolgere - inscindibilmente - ricerca e didattica di alto livello.

Il blocco del turn over, riducendo drasticamente il numero dei docenti in ruolo, impedisce il necessario ricambio generazionale, aggravando ulteriormente il problema del precariato, e non consente il giusto riconoscimento del merito a quanti operano nell'Università.

Il mondo universitario e il Paese non possono accettare che venga smantellata l'Università pubblica, che invece va riformata e rilanciata nel suo ruolo - riconosciuto a parole da tutti - di promotrice dello sviluppo culturale ed economico nazionale.

L'Università non intende sottrarsi a qualsiasi tipo di valutazione che porti alla valorizzazione del merito, alla esaltazione dei risultati e all'ulteriore miglioramento del Sistema.

Per rilanciare il Sistema Universitario Nazionale è tuttavia indispensabile prevedere:

  • maggiori finanziamenti per l'Alta formazione e la Ricerca pubbliche, adeguandoli agli standard internazionali, allo scopo di consentire a tutti i docenti di svolgere adeguatamente le loro attività di ricerca e di insegnamento;

  • maggiori risorse per un reale diritto allo studio;

  • la riforma dell'Organizzazione del Sistema Universitario Nazionale;

  • il superamento dell'inaccettabile fenomeno del precariato, attraverso procedure di reclutamento che premino il merito;

  • la riforma del dottorato di ricerca, quale terzo livello dell'Istruzione universitaria, qualificandone l'accesso e il percorso formativo;

  • la riforma della docenza, distinguendo nettamente il reclutamento dall'avanzamento di carriera, prevedendo per i neo-assunti una retribuzione più elevata e una reale autonomia scientifica, anche al fine di arginare la "fuga dei cervelli";

  • l'adeguamento degli stipendi dei ricercatori e dei docenti alla media europea.

Per impedire la demolizione del Sistema Universitario pubblico proclamiamo lo stato di agitazione dei ricercatori.

Si invitano quindi tutti i professori e ricercatori a non assumere carichi didattici non espressamente previsti dalla legge.

Si invitano tutti gli Organi collegiali (Senati Accademici, Consigli di Amministrazione, Consigli di Facoltà, di Corso di Studio e di Dipartimento) a pronunciarsi sui provvedimenti in corso, ed esprimiamo consenso verso i documenti già presentati dal Rettore di Firenze e congiuntamente dai Senati di Firenze Pisa e Siena.

Si invitano pertanto gli organi di governo dell'Ateneo a convocare un' Assemblea Generale d'Ateneo per discutere sui contenuti, il significato e gli effetti dei provvedimenti governativi e sulle più adeguate iniziative di mobilitazione, mentre al contempo promuoviamo un'assemblea generale dei ricercatori degli atenei della Toscana.

Aderiamo e partecipiamo martedì 22 luglio 2008 alle ore 10.30 alla Sapienza di Roma all'Assemblea nazionale aperta a tutte le componenti e a tutte le rappresentanze universitarie.

Si auspica l'apertura di un confronto di merito su tutte le questioni universitarie e al contempo valutatone il comportamento si chiedono le dimissioni del Ministro Gelmini.

Di fronte a questa situazione ormai giunta al tracollo è convinzione di questa assemblea che non sia possibile, prima che accettabile, che ad ottobre si apra l'anno accademico. Comunque i ricercatori, che in questi anni hanno sostenuto fra l'altro a titolo gratuito l'offerta didattica del nostro Ateneo, come prima forma di lotta rinunceranno ad assumere affidamenti e supplenze per il prossimo anno accademico, nonché a partecipare alle commissioni di tesi.

18 luglio 2008