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Handicap e sostegno a Livorno: i dati per la scuola primaria e dell'infanzia

A proposito degli episodi denunciati dalle famigli per il sostegno nelle scuole.

18/05/2012
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A cura della FLC CGIL Livorno

I temi scuole/sostegno affrontati negli articoli pubblicati sulla stampa nelle settimane scorse toccano corde e sensibilità estreme e intrecciano dolore, bisogni, coscienze, professionalità, amore, speranze....Su questi e su alcune questioni sottoposte all'attenzione dei lettori, noi della FLC CGIL abbiamo scelto di riflettere pubblicamente. Sarebbe più facile tacere per non essere criticati, ma crediamo nel confronto e, soprattutto, riteniamo giusto che il dibattito non si limiti ad una sola angolazione.

La questione del sostegno nelle scuole è stata rivista con il D.P.C.M 23/2/06 n. 185 che limita il diritto al sostegno esclusivamente ai casi ammessi dalla commissione mista. In realtà la certificazione nei fatti si è collegata unicamente alla Legge 104 e viene riconosciuta solo agli studenti e studentesse che abbiano tale certificazione, lasciando fuori il disagio scolastico e quindi molte delle situazioni sulle quali è spesso realmente possibile intervenire proficuamente.

Alle limitazioni imposte dalle norme si aggiungono le limitazioni degli organici scolastici introdotti dalla L. 133 per il contenimento della spesa pubblica e il blocco del turn over (spending review già abbondantemente praticato nei nostri comparti).

Il risultato è un continuo impoverimento dell'inclusone scolastica per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze e per tutte la classi dove sono inseriti.
Le varie riforme che si sono susseguite hanno disposto un progressivo aumento degli alunni per classe e la riduzione del tempo scuola in contraddizione con la sbandierata attenzione individualizzata.

All''impianto descritto si aggiungano le continue mortificazioni, ottuse burocrazie, inadempienze quotidiane a cui vengono sottoposti gli studenti/e e le loro famiglie. Aggiungiamo l'abitudine sbagliata e illegittima, da noi tenacemente avversata, di utilizzare i docenti di sostegno per sostituire gli assenti data la cronica carenza di risorse economiche.
Ne deriva una situazione esplosiva dove l'amore, il desiderio/bisogno e la voglia di avere il meglio e ogni cosa disponibile per i propri cari mettono in seria difficoltà il patto educativo fra le famiglie e la scuola.
Ben lungi da noi credere che esista un sistema perfetto, siamo invece certi che stia peggiorando di giorno in giorno proprio mentre nel nostro paese, si è compresa ed interiorizzata l'idea che la componente più svantaggiata della società abbia l'inderogabile diritto ad usufruire di opportunità e facilitazioni che le consentano di far parte della società stessa, senza pregiudizi. Ai cittadini svantaggiati, la collettività deve dare il meglio. La crisi non giustifica tali tagli. Ed anche a fronte dell'inserimento del pareggio di bilancio nella nostra Costituzione (gravissimo e ingiustificato) , non si dovrà dimenticare che la Carta attribuisce allo Stato obblighi di tutela e compensazione.

Le famiglie sono giustamente sempre più esigenti anche nei riguardi delle scuole mentre la ricerca e l'innovazione diversificano l'offerta riabilitativa per il raggiungimento del massimo di autonomia vitale.

Possono le scuole ignorare le diversità terapeutiche e i risultati tanto faticosamente raggiunti in quest'ambito? Possono le famiglie comprendere che l'ambiente scolastico della scuola pubblica include situazioni diversificate e tutte bisognose di attenzione e hanno invece risorse quasi inesistenti? Ha senso pensare a rigide metodologie nel campo dell'insegnamento di sostegno? A tutte queste domande, a nostro avviso, la risposta è no.

Anzi, vale per noi la pena aggiungerne altre. Può farcela la scuola da sola? Può una collettività chiudersi nelle regole e non rispondere adeguatamente e con buon senso ai bisogni? Sono sufficienti le figure che si avvicendano nelle scuola per il supporto all' inclusione? Sono sufficienti le figure che si avvicendano nelle scuole?

Una cosa è certa: nella scuola dell'inclusione mancano molti degli attori necessari a supportarla e renderla efficace e c'è bisogno di formazione continua. In una società povera e in progressivo abbandono del welfare state è troppo facile isolare le componenti e metterle le une contro le altre. Noi della FLC CGIL chiediamo alla Conferenza dei Sindaci della provincia di Livorno di occuparsi della questione in modo ampio e illuminato sollecitando l'attenzione dello Stato in ogni occasione e con continuità sul tema, senza stancarsi di sensibilizzare anche la collettività tutta onde evitare le fratture che si stanno osservando fra il sistema educativo, le associazioni e le famiglie. Il rischio che l'inclusione diventi soprattutto uno slogan è reale se le scuole restano senza risorse.

I dati del sostegno nella primaria e nell'infanzia della nostra provincia:

primaria a.s. 2012/2013 posti 113 (-4) alunni 312 (+41 rispetto allo scorso anno)
a.s. 2011/2012 posti 117 alunni 271

infanzia a.s. 2011/2012 posti 18 alunni 60
a.s. 2012/2013 posti 16 alunni 54

Il rapporto docenti/alunni è di molto al di sopra delle norme, questo fatto ha indotto molte famiglie a ricorrere ai giudici ottenendo annualmente il ripristino delle ore. Il meccanismo è orribile in quanto ogni anno si deve ricominciare da capo. Va comunque specificato che poi arrivano altri posti “sull'organico di fatto” che però non consentono continuità in quanto non assegnabili per trasferimento o ruolo perché non disponibili tutto l'anno dal primo settembre al 31 agosto.