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Scuola: Terni, insegnanti costretti a strisciare il badge

La FLC CGIL Terni diffida un dirigente scolastico che unilateralmente ha introdotto un sistema di controllo delle presenze senza la prevista contrattazione con la RSU.

21/02/2013
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A cura dell'Ufficio stampa CGIL Umbria

La FLC CGIL Terni ha inviato un atto di diffida al dirigente scolastico dell'istituto comprensivo “De Filis” di Terni dopo aver ricevuto rimostranze da parte di alcuni docenti del suo Istituto in relazione all’introduzione del controllo automatizzato (badge) dell’orario d’ingresso e di uscita dalla scuola, modalità - sottolinea il sindacato - già in vigore con disposizione unilaterale del dirigente stesso.

Nella lettera, inviata per conoscenza anche all'Ufficio scolastico regionale, la FLC CGIL sottolinea che le modalità di accertamento e controllo degli obblighi di servizio di ciascuna scuola possono essere decise autonomamente da ogni scuola, ma solo previa contrattazione con la RSU ai sensi dell’art. 4 della legge 300/70 (statuto dei lavoratori) ed ai sensi del contratto nazionale di lavoro.

“I docenti - spiega il sindacato - hanno, per legge, l’obbligo di firmare il registro di classe e questo è ampiamente sufficiente ad attestare l’espletamento degli obblighi di servizio per quanto attiene l’insegnamento, così come ci sono i verbali di presenti e assenti nelle riunioni degli organi collegiali della scuola. Pertanto - prosegue la FLC CGIL - l’introduzione del badge si configura certamente, per i docenti, come un eccesso di controllo, del tutto inutile, oltre che un costo altrettanto inutile ed ingiustificato per la scuola”.
E anche per il personale ATA, la FLC CGIL richiama alle norme dello statuto dei lavoratori, che prevedono la contrattazione delle forme di controllo e non l'imposizione unilaterale delle stesse.

“Per queste ragioni - scrive la FLC CGIL - vi diffidiamo a dare unilateralmente attuazione a tale modalità di controllo e vi invitiamo a sospendere immediatamente le disposizioni date. In caso contrario saremo costretti a tutelare i nostri iscritti nelle forme, anche legali, che riterremo più opportune”.