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CRA INEA: all’EXPO 2015 con le nostre idee!

Il 25 giugno, presso l’Auditorium Padiglione ltalia, presentazione del piano di riorganizzazione e rilancio del nuovo CREA nato dall'accorpamento di CRA e INEA.

25/06/2015
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Con la legge di stabilità 2015, L. 190/14, il governo ha provveduto, in modo distorto a nostro avviso, all’accorpamento degli enti vigilati dal MIPAAF, CRA e INEA. Processo di accorpamento che si è andato delineando in questi mesi ad opera del Commissario Salvatore Parlato, a partire dalla decisione sul nome da dare al nuovo Ente “CREA”, e che ha portato ad un Piano di Riorganizzazione e rilancio che sarà presentato a Milano, nell’ambito delle iniziative previste in occasione dell’EXPO 2015.

Come è noto oggi 25 giugno presso l’Auditorium Padiglione ltalia, alla presenza del Ministro Martina e dei vertici della gestione Commissariale si formalizzerà la prima uscita pubblica del nuovo ente di ricerca sottoposto alla vigilanze del MIPAAF e denominato CREA. All’iniziativa, tra gli altri saranno presenti il Presidente CNR Nicolais, rappresentanti della Commissione Agricoltura, i Capo dipartimento MIUR e MIPAF, i segretari nazionali di categoria CGIL CISL UIL e gli attuali responsabili delle strutture CRA-INEA.

Pur avendo espresso in più occasioni la nostra netta contrarietà al percorso normativo applicato nella legge di stabilità, che ha determinato l’ennesima operazione di accorpamento e riorganizzazione di questo ente di ricerca nonché all’impianto complessivo del modello di riorganizzazione oggi proposto, riteniamo utile cogliere l’opportunità offerta da questa circostanza per ribadire pubblicamente le posizioni di questa organizzazione nell’ambito di un confronto più volte sollecitato al Ministro Martina, come ai suoi predecessori, ma mai condiviso.

Infatti, a sei mesi dalla entra in vigore della norma, l’occasione si presta per fare dei bilanci anche solo partendo dal punto di vista della semplice osservazione dei fatti. L’ipotesi di trasformazione in Agenzia, presente nella prima bozza del testo DDL, è stata poi cancellata, come il taglio delle spese per il personale, tuttavia non è un mistero che al di là delle numerose dichiarazioni in senso contrario molti segnali, anche insignificanti, ci dicono che questa prospettiva per alcuni non è definitivamente accantonata.

Si conferma che ad oggi nessun analogo intervento di riordino e/o di altra natura legislativa è stato varato da questo Governo verso altri EPR. Al momento è difficile attribuire a questa circostanza particolari significati, ma è certo che un’eventuale operazione di riorganizzazione complessiva del Sistema Ricerca, più volte annunciata e in parte oggetto di proposte seppur parziali, potrebbe esporre questo nuovo soggetto all’ennesima riorganizzazione oppure escluderlo con prospettive dagli esiti incerti.

L’effetto sinergico delle criticità finanziarie importate con l’approvazione del Bilancio INEA (si stima un deficit di circa 18 Mln di €) e il taglio di 3 Mln di € previsto dalla norma, inizia a manifestare i suoi effetti in termini di ridotta liquidità ad esempio con i ritardi oggi registrati rispetto la liquidazione delle competenze ai titolari di Contratti di Collaborazione di ex-INEA, in alcuni casi ancora del 2014.

La sovrapposizione mediatica dell’appuntamento di EXPO 2015 ha evidenziato nella fase preliminare e di avvio una scarsissima se non nulla presenza del CRA-INEA. Al contrario è invece del tutto chiaro che su tematiche coincidenti il CNR, non da oggi, ha strutturato e costruito un percorso in questa direzione. Evidentemente una scelta politica da attribuire all’autorità vigilante rispetto alla quale l’attuale struttura commissariale sembra tuttavia impegnata a garantire quanto meno un’inversione di tendenza, almeno per la durata della manifestazione.

Il cambio nominale per le sue varie implicazioni continua ad essere percepito dalla comunità scientifica come un passaggio inutile se non deleterio in termini di visibilità nell’ambito della comunità scientifica nazionale e internazionale.

Il Piano di Rilancio e Razionalizzazione della Rete (sul quale abbiamo già espresso, in sede di costruzione, le nostre osservazioni profondamente critiche) che sarà presentato, in linea con l’indicazione normativa, prevede una riduzione della articolazioni territoriali di almeno il 50%, ma al momento non affronta l’altra indicazione contenuta nella stessa norma circa l’attivazione di convenzioni e collaborazioni strutturali con altre pubbliche amministrazioni, regioni e privati.

Questa ultima osservazione è strettamente collegata alle valutazioni di questa OS che in più occasioni e nella sua stessa proposta di Razionalizzazione della Rete ha evidenziato come la centralità della dimensione territoriale sia la peculiarità di questo nuovo soggetto che deve essere pienamente valorizzata nel rapporto con Università, Enti pubblici di Ricerca, Regioni e soggetti privati.

Il tema delle risorse umane, della sua valorizzazione professionale, dell’enorme platea di personale a vario titolo precario rimane, ancora una volta, a margine anche se è del tutto evidente che il Rilancio e la Razionalizzazione possono realizzarsi con successo solo se su questo punto si affronta un percorso straordinario inedito in termini di risorse e modalità di accesso.

Infine osserviamo come la stessa norma di legge e tutti i successivi interventi hanno di fatto cassato dal dibattito e dal confronto ogni riferimento al Dlgs 454/99 che, nei limiti delle resistenze già allora palesi di pervenire ad un fisiologico accorpamento di IRSA INEA ENSE e INRAN, aveva avuto comunque il merito di definirne la natura dei 4 Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal MIPAAF e caratterizzati da 5 livelli di autonomia, ma soprattutto individuarne le missioni scientifiche. Sappiamo poi che la gestione è stata un’altra cosa, ma questo sarà il nodo ineludibile anche di questa ennesima Riorganizzazione che comunque dovrà, indipendentemente dal modello scelto, misurarsi con la reale volontà politica di fornire al settore agro-alimentare un supporto in termini di innovazione di processo e di prodotto nel rispetto di una tradizione indiscutibilmente unica.

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