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Deroghe assunzioni a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni e reclutamento negli Enti di Ricerca.

Nelle Gazzette Ufficiali sono stati pubblicati rispettivamente il D.P.R. 6 settembre 2005, recante l’autorizzazione ad assumere personale a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni, e il D.P.C.M. 4 agosto 2005, contenente l’autorizzazione a bandire procedure di reclutamento anche negli enti di ricerca

10/10/2005
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La situazione nel CNR.

Nelle Gazzette Ufficiali Serie Generale n° 221 del 22 settembre 2005 e n° 224 del 26 settembre 2005 sono stati pubblicati rispettivamente il D.P.R. 6 settembre 2005, recante l’autorizzazione ad assumere personale a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni, e il D.P.C.M. 4 agosto 2005, contenente l’autorizzazione a bandire procedure di reclutamento anche negli enti di ricerca (cfr. la nota relativa sul sito della FLC Cgil).

La situazione, con riferimento al Cnr, è schematizzata in tabella.

Risalta la differenza tra i 234 posti banditi nell’ambito dell’Intesa Cnr-Miur e le 45 assunzioni autorizzate. A riguardo, occorre rilevare che il D.P.R. (comma 8) recita: «Ai fini della determinazione e del calcolo dell'onere finanziario complessivo, si tiene conto del differenziale concernente la spesa annua lorda esclusivamente nel caso di assunzioni di personale già dipendente della medesima amministrazione. Pertanto il relativo onere viene valutato in termine di differenziale di costo tra le qualifiche di provenienza e di destinazione nel solo caso di richieste di assunzione di personale già dipendente della stessa amministrazione o ente». A nostro avviso, qualora tra gli assumendi fossero presenti sottoinquadrati e/o precari titolari di contratti a tempo determinato finanziati a valere su fondi ordinari, è possibile, nel rispetto del limite costituito dagli oneri previsti per il 2006, assumere un numero di persone più elevato delle 45 autorizzate. La Cgil ha chiesto che detto criterio sia adottato dal Cnr per procedere all’assunzione delle otto unità di personale per la cui assunzione l’Infm aveva richiesto l’autorizzazione.

Intanto, il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe inviato al Cnr una lettera, la cui impostazione non ci è nota, con la quale suggerisce al Cnr quali profili assumere (1 dirigente di ricerca, 20 ricercatori e 24 tecnologi).

È stupefacente che sia la Funzione ad indicare le figure professionali da assumere: si tratta dell’ennesimo tentativo delle burocrazie ministeriali di comprimere i margini d’autonomia degli Enti di ricerca, già drasticamente ridotti dagli interventi di riordino.

Il citato D.P.R., inoltre, prevede (comma 10) che «le Amministrazioni di cui al comma 1 sono tenute, entro e non oltre il 30 novembre 2005, a trasmettere per le necessarie verifiche […] il numero dei dipendenti assunti e in corso di assunzione, distinti per profili professionali […], la spesa per l'anno 2005, nonché quella annua lorda a regime effettivamente da sostenere. Al completamento delle procedure di assunzione va, altresì, fornita dimostrazione da parte delle Amministrazioni interessate del rispetto dei limiti di spesa previsti dal presente decreto». Per il Cnr, dato l’enorme ritardo nella nomina delle Commissioni esaminatrici (sia per l’art. 64 sia per l’Intesa), si tratta di un passaggio particolarmente delicato. Non ci riferiamo tanto alla spesa per il 2005: essa sarà verosimilmente nulla, dato che sarà sostanzialmente impossibile predisporre le graduatorie entro l’anno. Riteniamo che tale situazione non possa protrarsi: come deciso nel corso dell’ultima riunione del coordinamento Cnr, a fronte di nuovi ritardi sarà necessario porre in essere, oltre alla pressione sindacale, tutte le iniziative di mobilitazione possibili.

In parallelo, occorrerà fare i conti con la questione dei contratti a tempo determinato finanziati su fondi ordinari. Buona parte di essi scadono il 31 dicembre di quest’anno: quasi tutti i circa 150 attivi presso il Cnr, oltre a quelli attivi presso l’ex Infm, i quali presentano scadenze scaglionate nel tempo.

Sui contratti a tempo determinato, intanto, rischia di scattare la mannaia della Finanziaria 2006. Essa ( cfr. il commento della FLC ed il testo del disegno di legge), se non modificata, contemplerà che le pubbliche amministrazioni possano «avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 60 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2003». Per gli Enti di ricerca, «sono fatte comunque salve le assunzioni a tempo determinato e la stipula di contratti di collaborazione coordinata e continuativa per l’attuazione di progetti di ricerca e di innovazione tecnologica […], i cui oneri non risultino a carico dei bilanci di funzionamento degli enti o del Fondo di finanziamento degli enti». Tale formulazione, se non modificata, può comportare seri rischi per il Cnr. La consistenza dei contratti a tempo determinato finanziati su fondi ordinari, infatti, è parecchio inferiore del limite previsto dal contratto di lavoro. Una sua riduzione determinerebbe un’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro.

Anche per tali ragioni, la Cgil ritiene (ed in tal senso s’è più volte espressa nei confronti dei vertici del Cnr) che si debba prevedere il rinnovo di tutti i contratti a termine su fondi ordinari in scadenza. Una prima verifica a riguardo potrà avvenire in occasione dell’incontro convocato per giovedì 13 ottobre, che avrà il seguente ordine del giorno:

§ questioni concernenti il personale a tempo determinato;

§ assunzioni di cui alla legge n. 68/1999 (disabili, categorie protette);

§ applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 53 e 54 del Ccnl del 21/02/2002 (primo biennio);

§ attuazione del disposto dell’art. 9, commi 3 e 4, del Ccnl del 21/02/2002 (secondo biennio);

§ riassetto organizzativo dell’Amministrazione centrale.

Roma, 10 ottobre 2005

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