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Indire: ancora nessuna notizia del regolamento di Organizzazione e Funzionamento. Sempre più difficile lo svolgimento delle attività di ricerca per il personale

È necessario affermare anche all’INDIRE la Carta Europea dei Ricercatori e quanto sancito da ultimo dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

09/04/2019
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Sempre più spesso ci pervengono segnalazioni dai lavoratori dell’INDIRE di episodi spiacevoli che coinvolgono il personale di ricerca nell’esercizio della propria funzione, allorché devono collaborare, presentare risultati, partecipare alla vita scientifica al di fuori delle mura dell’istituto, che sicuramente derivano dalla mancanza, a tutt’oggi del Regolamento di Organizzazione ma anche da una non chiarezza nei confronti del personale ricercatore/tecnologo nell’interpretazione del ruolo professionale che questo svolge all’interno dell’Ente e dei rispettivi diritti contrattuali, costituzionali e di libertà di ricerca divulgazione e pubblicazione del proprio lavoro. Per questo motivo La FLC CGIL ha inviato una lettera al presidente denunciando i gravi ritardi nell'emanazione del regolamento e gli effetti negativi che comporta nell’applicazione dei diritti e delle prerogative professionali dei ricercatori.

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Roma, 4 aprile 2019

Al Presidente dell’INDIRE
Dott. Giovanni Biondi

E p.c. al Direttore Generale
Dott. Flaminio Galli

A tutto il personale

Oggetto: Regolamento di organizzazione INDIRE; svolgimento attività di ricerca.

Sempre più spesso da parte dei ricercatori e tecnologi dell’INDIRE ci giungono segnalazioni di episodi spiacevoli in cui si imbatte relativamente alle modalità di svolgimento del proprio lavoro di ricerca, in rapporto all’organizzazione del lavoro, alla loro autonomia e responsabilità professionale, al loro coinvolgimento nella definizione degli obiettivi di ricerca, o all’attività di pubblicazione o di partecipazione a convegni. A maggior ragione questo avviene quando l’attività si estrinseca nella collaborazione con soggetti esterni all’Ente.

Rispetto ai principi di autonomia e responsabilità riconosciuti dalle norme, dalla Carta Europea dei Ricercatori e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro ai ricercatori e tecnologi, la prassi in uso all’Indire appare piuttosto farraginosa e poco rispettosa dei principi sopra richiamati. Una prassi che è anche il risultato della modalità con cui è nato l’Ente, della sua recente costituzione e della giovane storica presenza di personale di ruolo, nonché di una gestione fortemente personalistica dall’attuale presidenza e della mancanza di un Regolamento di Organizzazione.

L’insostenibile ritardo accumulato nell’emanazione del Regolamento d’Organizzazione, nonostante i riferimenti allo stesso di Presidenza e Direzione generale con comunicazioni interne anche formali, contribuisce al caos. Nello stesso sito dell’Indire non c’è traccia del Regolamento d’Organizzazione, come in quello del Ministero vigilante, il MIUR, o di note di merito sullo stato dell’arte. Siamo all’imbarazzante risultato che non è chiaro ad oggi neanche quale sia il Regolamento attualmente in vigore.

Pur in presenza di una non chiara trasparenza delle attività del Consiglio di Amministrazione, di cui non si rendono pubblici né gli Ordini del Giorno né report minimi sullo svolgimento delle riunioni, il Regolamento d’Organizzazione dovrebbe essere stato approvato dal consiglio in una seduta di gennaio 2019 e inviato al MIUR per i controlli di merito che spettano al ministero vigilante secondo la normativa vigente; ma per quanto ci è dato sapere non sono intercorse ulteriori comunicazioni in merito, né l’Amministrazione, a domanda diretta, è stata in grado di dare risposte concrete sull’iter di approvazione del Regolamento.

Ricordiamo che sull’ argomento, già in fase di confronto sulla bozza di Regolamento la FLC CGIL era intervenuta nei confronti sia dell’Amministrazione che del Ministero vigilante, per rappresentare gli elementi di criticità che quella bozza conteneva proprio sul merito del rapporto fra autonomia e organizzazione del lavoro, fra meccanismi di funzionamento dell’Ente e attività di ricerca, sulla non subordinazione delle funzioni di ricerca alla dirigenza amministrativa e su come garantirne la libertà. Di quella bozza la FLC CGIL aveva messo in luce il vulnus che traspariva in maniera palese, ovvero un’idea di gerarchizzazione e controllo dell’attività di ricerca, sottoposta ad una piramide organizzativa che nulla ha a che fare con la ricerca e la sua autonomia professionale, soprattutto in merito alla produzione scientifica e alla sua divulgazione. In sostanza una presenza di sovrastrutture organizzative, piuttosto assimilabili ad un modello di funzionamento ministeriale che a quello di un Ente di Ricerca, che ci sono da subito sembrate in netta antitesi con la Carta Europea dei lavoratori della ricerca e con i principi riconosciuti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Sovrastrutture a cui i ricercatori e tecnologi dell’Indire tentano legittimamente di sottrarsi.

Vogliamo fortemente credere che tutti questi episodi spiacevoli derivino esclusivamente dalla mancanza di un Regolamento e non da una volontà dell’Ente di limitare quelle che sono le libertà e autonomie professionali dei ricercatori nell’esercizio della loro funzione.

Siamo fortemente convinti della necessità di affermare anche all’INDIRE la Carta Europea dei Ricercatori e quanto sancito da ultimo dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 19 aprile 2018, nonché della necessità di operare in questa direzione nel confronto con codesta amministrazione e del Miur. Vigileremo e contrasteremo ogni tentativo di sottoporre l’attività di ricerca a strumentali controlli, o ad autorizzazioni preventive che non stanno nelle regole scritte sui diritti e doveri dei ricercatori e tecnologi.

Riteniamo insopportabile che ad oggi ancora l’amministrazione non sia in grado di sapere se sia finita la gestazione del Regolamento e auspichiamo la prossima convocazione del tavolo di trattative, possa essere l’occasione per fare chiarezza su questo punto.

Per la FLC CGIL
Gabriele Giannini - Stefano Bernabei

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