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ISPESL: c'erano una volta i dipartimenti territoriali

Continua l'opera di smantellamento dell'Ente, questa volta utilizzando il TU 81/08.

19/05/2010
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Siamo al paradosso di utilizzare il TU. 81/08 sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e le sue successive modifiche per smantellare l'Ispesl. E' quello che sta accadendo a causa di una gestione fallimentare dell'Ente operata da anni da parte del suo Presidente, ora nominato Commissario Straordinario a vita a seguito dell'emergenza terremoto, e dell'intreccio perverso di questa gestione con quanto novellato dall'art. 71 del T.U., come modificato dal DLgs 106/09, che stabilisce modalità con cui l'ISPESL potrà avvalersi di soggetti terzi, pubblici o privati, per effettuare le verifiche sulle “attrezzature di lavoro”. Le verifiche sulle attrezzature di lavoro (previste dall'allegato VII al T.U.) rientrano negli obblighi del datore di lavoro, sono onerose e a carico del datore stesso.

Il T.U. 81/08 all'art. 71 c. 11 assegnava inequivocabilmente un ruolo prevalente all'ISPESL per quanto riguardava la prima delle verifiche periodiche sulle attrezzature di lavoro. Lo stesso comma prevedeva poi che le successive verifiche sarebbero state effettuate dalle ASL.

Il comma 12 dell'art. 71 disciplinava inoltre le modalità con cui sia l'ISPESL che le ASL avrebbero potuto avvalersi di soggetti pubblici o privati per assolvere ai loro compiti, rinviando a successivi decreti ministeriali la definizione dei criteri per l'abilitazione dei soggetti pubblici e privati a svolgere le verifiche.

Il DLgs 106/09, che ha rivisitato in peggio il T.U. 81/08, fortemente voluto dall'attuale governo, ha modificato l'art. 71 imponendo il termine di 60 giorni entro il quale l'ISPESL dovrà effettuare la prima delle visite periodiche. L'introduzione di un termine perentorio per l'effettuazione di tale prima visita, di per se cosa utile, rischia di trasformarsi in un boomerang per la salute e la sicurezza dei luoghi di lavoro, perché potrà produrre la “cessazione” di competenze sin qui svolte dall'ISPESL.

Sostanzialmente se non si interviene sui livelli di efficienza dei servizi erogati dall'Ente, se non si potenziano i dipartimenti territoriali e la loro produttività, si rischia di privatizzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ecco perché l'inefficienza accumulata e il depauperamento sistematico del sistema di verifiche messo in piedi dall'ISPESL, rischia di risolversi in una beffa per i lavoratori, perché la “privatizzazione” delle verifiche sulle attrezzature di lavoro finisce per togliere l'elemento di garanzia sulla salute e la sicurezza, costituito dal fatto che fosse pubblico il soggetto esecutore della verifica.

E' opportuno e urgente quindi intervenire al potenziamento dei dipartimenti territoriali dell'ISPESL per consentire all'Ente di mantenere le competenze previste in materia di verifiche; nonché sui ministeri competenti, perché l'emanazione dei decreti ministeriali previsti dall'art. 71 possa evitare questo esito disastroso della “privatizzazione“ delle verifiche periodiche, che certo non prefigura niente di buono per quanto riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori italiani.

La FLC Cgil ha avanzato in un comunicato sull'argomento proposte specifiche ai vertici dell'Ente, volte a potenziare i dipartimenti territoriali e a migliorare la loro efficienza, con l'auspicio che si realizzi un fronte comune sia con i lavoratori che con le altre sigle sindacali, finalizzato alla salvaguardia dell'ISPESL.

Per le stesse ragioni promuove una raccolta di firme (il modello è allegato al testo del comunicato) di sensibilizzazione fra i lavoratori, da inviare ai vertici dell'Ente e alle altre Organizzazioni sindacali.

Roma, 19 maggio 2010

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