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L’ambiente, la nuova economia. Se ne discute a Roma il 27 maggio

Ne parlano i ricercatori dell'ISPRA e soggetti istituzionali e politici in una iniziativa organizzata dalla CGIL e dalla FLC.

22/05/2014
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Il modello economico di riferimento, negli ultimi trent’anni, è stato quello basato sul trinomio produzione/consumi/credito che presuppone una disponibilità illimitata di risorse: naturali, energetiche, ambientali nonché  finanziarie. Un modello erroneo che ha portato a numerose catastrofi progressive, campanelli d’allarme che non si è voluto o saputo ascoltare che ha determinato la necessità di “manovre” per ripianare buchi di bilancio sottraendo risorse all’economia reale e dei servizi ai cittadini, provocando quindi la recessione.

Ora sarebbe assurdo pensare che di uscire dall’attuale crisi rimettendo in moto lo stesso modello.  

È necessario investire nei settori della ricerca, sviluppo e innovazione, tra i quali uno dei più promettenti è quello ambientale. È ormai riconosciuto da tanti osservatori, forze sociali e opinione pubblica che lo sviluppo e l’innovazione ambientale rivestono un ruolo cruciale per la crescita civile ed economica dell’intero Paese.

È essenziale che l’intero sistema di ricerca in campo ambientale sia messo nelle condizioni di aumentare la sua efficienza e operatività.

  1. Programmi di ricerca e innovazione indirizzati verso una nuova mobilità ecosostenibile;
  2. mezzi di trasporti a minor impatto ambientale;
  3. recupero di materia prima dai rifiuti;
  4. efficienza energetica nei cicli produttivi;
  5. uso di fonti rinnovabili;
  6. bonifiche e messa in sicurezza dei suoli;
  7. controllo e sorveglianza ambientale

sono alcuni dei temi su cui opera in Italia, insieme ad altri enti e istituzioni, l’ISPRA.  

Ed è logico, indispensabile e urgente aspettarsi che l’Istituto venga rafforzato per svolgere al meglio le proprie funzioni, che venga dotato degli strumenti necessari per esercitare in autonomia e indipendenza i compiti che la legge gli assegna, per mettere i propri ricercatori e tecnologi nelle condizioni di lavorare con responsabilità, per poter interagire e fare rete con altre istituzioni nazionali ed europee al fine di rafforzare la sua capacità di ricerca e sviluppo tecnologico.

I temi della salvaguardia ambientale soprattutto dopo i più recenti disastri ambientali stanno ormai a cuore alla maggioranza degli italiani, come confermano gli ultimi sondaggi.

Occorre dunque mettere in rete i centri di ricerca, le università, le istituzioni locali, le imprese, gli attori sociali per promuovere un'azione decisa di messa in sicurezza del territorio.

Dalle iniziative per la tutela ambientale e la messa in sicurezza del territorio possono  derivare grandi occasioni di crescita economica e occupazionale.

Per queste ragioni che la FLC CGIL e la CGIL nazionale hanno pensato di organizzare il 27 maggio 2014 nella sede nazionale della CGIL un’iniziativa su queste tematiche invitando al confronto tutti i soggetti istituzionali interessati, a partire dal Ministro dell’Ambiente.

Il programma dell'iniziativa

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