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Progressioni di carriera per ricercatori e tecnologi, finalmente si riparte. Avevamo ragione noi

L’ISPRA illustra il piano di fabbisogno 2020-2022 e decide di far ripartire le carriere per ricercatori e tecnologi con l’art. 15.

17/10/2019
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Gli Enti Pubblici di Ricerca, dopo insistite nostre pressioni e prese di posizione, ci ripensano e iniziano a smarcarsi dalle posizioni difensive e timorose del Codiger, nonché dei vari ministeri addetti alle corrette interpretazioni di norme e sentenze.

L’ISPRA, con un’operazione verità che rimette al centro l’autonomia degli Enti Pubblici di Ricerca anche sotto il profilo gestionale e la valorizzazione dei propri ricercatori e tecnologi, ha deciso di procedere al reclutamento di Primi Ricercatori, Primi Tecnologi, Dirigenti di Ricerca e Dirigenti Tecnologi attraverso l’art. 15 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto della Ricerca del 7 aprile 2006. Coerentemente il piano di fabbisogno del triennio 2020-2022, che ci è stato presentato il 16 ottobre 2019, prevede l’assunzione di 50 posti da II livello e 15 da I livello per il 2020 e 21 posti da II livelli e 4 da I livelli per il 2022 (rispettando anche la cadenza biennale), attraverso l’attivazione di procedure selettive interne volte ad accertare il merito scientifico, ovvero tecnologico, dei candidati come previsto dai commi 5 e 6 dell’art. 15. Questa decisione è stata assunta giustamente dall’Ente, sulla base dell’importante novità emersa con la nota Sentenza a sezioni riunite della Corte di Cassazione dell’aprile 2018, che ha cambiato radicalmente la lettura della norma contrattuale sulla base delle errate interpretazioni che ne erano state fatte, ripristinando l’originale dettato contrattuale come da noi sempre rivendicato.

Si tratta di una scelta importante che speriamo faccia breccia negli altri Enti di Ricerca, perché l’art. 15 è lo strumento più prezioso di sviluppo di carriera per il personale ricercatore e tecnologo, da troppi anni compresso nel proprio diritto alla crescita professionale dall’intrecciarsi pericoloso di “veti procedurali” di brunettiana memoria. Veti che hanno finito per incagliare la legittima aspettativa alla carriera sui meccanismi del turnover e quindi del reiterato blocco delle assunzioni, nonché delle norme di stabilizzazione che si sono rese necessarie per far fronte alla vera emergenza che in questi anni hanno dovuto affrontare (e ancora stanno affrontando) gli EPR. L’applicazione dell’art. 15 per come è stata ripristinata dalla Cassazione rappresenta un atto di giustizia nei confronti dei ricercatori e tecnologi, che – lo ribadiamo - sono gli ultimi in Europa quando ci confrontiamo con gli altri Paesi per i loro inquadramenti, le loro retribuzione e le loro carriere. Anche per questo assistiamo al fenomeno della fuga dei cervelli.

L’esempio dell’ISPRA toglierà alibi agli altri Enti per quanto riguarda le loro mancate applicazione dell’art. 15 e certamente potrà rappresentare una svolta positiva per tutti i ricercatori e tecnologi. Un plauso!

Per il resto, il piano di fabbisogno contiene il completamento delle norme di stabilizzazione, compreso il recepimento delle novità introdotte con il decreto scuola dell’11 ottobre scorso, con il quale si chiarisce come va applicata la norma per i cosiddetti comma 1 misti della Madia: in tutto 43 posizioni nel 2020.

Inoltre, ancora 9 assunzioni nel 2021, concentrate su “nuove figure” che si renderanno necessarie per assolvere ai nuovi compiti che l’ISPRA è chiamato a svolgere per il futuro.

Per quanto riguarda invece la valorizzazione professionale del personale tecnico e amministrativo, che non si rende evidente dalla lettura della tabella allegata al piano di fabbisogno, essendo tutta a carico delle risorse dell’accessorio e dell’applicazione del nuovo art. 90 del CCNL Istruzione & Ricerca, anche questa è prevista con un richiamo nel piano. Su questo argomento, a breve ci sarà la ripresa della contrattazione in quanto è in fase di conclusione il complesso iter di costituzione del Fondo di cui all’art. 90 che, stando alle affermazioni della delegazione, potrà consentire una significativa valorizzazione stante le determinazioni assunte sulle modalità di calcolo del fondo stesso. 

Unico neo, dal nostro punto di vista, la decisione di reclutare ancora 1 dirigente dell’Area Istruzione & Ricerca, che si aggiunge ai 3 già in corso di assunzione del triennio 2017-2019 e che fanno dell’Ispra uno degli EPR con la più alta incidenza di Dirigenti. Insomma una inutile ipertrofia di 12 dirigenti, stando alle previsioni di fine triennio 2020-2022, su un totale di addetti di poco superiore alle 1.100 unità di personale.

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