Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Ricerca » Riprendono le trattative all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Riprendono le trattative all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Qualche segnale positivo, ma ancora problemi sul personale precario.

22/10/2019
Decrease text size Increase  text size

Il 18 ottobre 2019 si è svolta la prima riunione di contrattazione con l'Infn dopo la nomina del nuovo Presidente. La delegazione di parte pubblica è stata integrata con il direttore della sezione di Firenze, Oscar Adriani.

Al primo punto della contrattazione si è discusso del salario accessorio relativo al 2017, sia per i livelli IV- VIII che per i ricercatori/tecnologi.

La costituzione del fondo è stata già deliberata dallo scorso Consiglio direttivo ed è all'approvazione del MEF.

Come primo atto c'è da distribuire la quota residua dell'anno precedente che ammonta a 730.000 euro. Registriamo negativamente che, per la prima volta, l'Ente in fase di costituzione del fondo non ha sentito le organizzazioni sindacali.

Nella prossima riunione si deciderà come utilizzarla. Per il sindacato di dovrà distribuire a tutto il personale, stante anche i bassi salari e la quasi nulla dinamica professionale di questi ultimi anni. Positivo l'inserimento, per la costituzione del fondo, del personale assunto nelle categorie protette.

Relativamente al personale dei livelli I-III rimane aperto il problema, su cui dovrà essere trovata una soluzione, della difficoltà normativa a conteggiare, nella costituzione del fondo, tutto il personale assunto nel 2017. La discussione proseguirà nel prossimo incontro previsto a novembre.

Si registra qualche passo avanti sulla problematica relativa alla valorizzazione professionale (articoli 53 e 54), in particolare in una più convinta intenzione dell'amministrazione a trovare una soluzione che, nella contestualità dell'applicazione dei due istituti, metta in moto i meccanismi per sbloccare la situazione che ha portato allo sciopero del maggio scorso. Nel prossimo incontro potrebbe esserci un'ipotesi di avvio delle procedure sia per l'articolo 53 che per il 54. Ricordiamo che a questo proposito gli interessati sono, rispettivamente, 471 e 512.

La CGIL ha chiesto di verificare l’attivazione entro il 2019 di entrambe le procedure, risolvendo il problema dei costi e dei numeri appena le risorse saranno disponibili. Un incontro tecnico con l'Ente è previsto il 12 novembre per meglio definire i modi e i tempi.

L'amministrazione ha illustrato un'ipotesi di nuovo testo per i benefici assistenziali. Invieremo le nostre osservazioni e nella prossima seduta potrebbe essere approvato il contratto integrativo relativo a questo punto.

Relativamente all'ipotesi di transazione per il contenzioso sulle anzianità pregresse dei ricercatori/tecnologi, l'approvazione di un'apposita delibera dell'ente si trascina da tempo, ma dovrebbe essere portata nel prossimo Consiglio direttivo. L'Infn però si rifiuta, trincerandosi dietro indicazioni fornite dall'avvocatura generale dello stato e dai revisori dei conti presenti in giunta, di riconoscere anche agli assunti tra il 2015 e il 2018, la normativa prevista per tutti gli altri lavoratori. Purtroppo quindi, stante l'irragionevolezza di questa posizione, si dovrà proseguire, per questo personale, nelle cause davanti ai tribunali. Così anche per la estensione della polizza INA a tutti i lavoratori, l'ente ha definitivamente assunto la decisione di non procedere ad alcuna transazione, ma di aspettare la sentenza definitiva della corte di Cassazione. Nel frattempo si è però detta disponibile a lavorare per verificare una soluzione, non semplice, da introdurre per via contrattuale. Da parte nostra abbiamo ribadito la schizofrenia di un ente che da un lato dice di voler trovare una soluzione ad una questione che ritiene discriminante per il personale, e che dall'altro si difende strenuamente nei tribunali per dare contro alle legittime richieste dei dipendenti esclusi dalla polizza.

Un altro argomento, trattato nell'incontro, è stato quello delle anomale permanenze di tutto il personale nel livello di accesso e a cui va trovata soluzione, a nostro parere, utilizzando meglio e con più convinzione, tutti gli strumenti già oggi disponibili.

Infine, ultimo per trattazione ma non certo per rilevanza, il punto relativo alla stabilizzazione del personale precario.

Pochi i passi avanti!

L'ente ha palesemente subito il contenuto del recente decreto legge sul precariato nella scuola che contiene norme anche per i precari della ricerca.

Obtorto collo dovrà ottemperare a riconoscere come utile anche il periodo relativo agli assegni di ricerca, non ritiene però di dover considerare utile il periodo di assegno svolto nel sistema universitario, discriminando così chi ha lavorato per l'ente nel sistema universitario che è una delle motivazioni che l'ente adduce per non procedere per i “comma 2”. Inoltre ha dubbi su quello svolto in enti di ricerca diversi dall'Infn. Procederà, ci pare senza correre, a emanare un nuovo bando. Noi abbiamo fortemente contestato queste posizioni e chiesto di procedere celermente riconoscendo tutti gli assegni di ricerca come utili per la stabilizzazione e assumendo stabilmente, senza ulteriore bando, tutti quelli precedentemente esclusi. Per i cosiddetti non prioritari la delegazione di parte pubblica ha detto di non poter affrontare l'argomento trincerandosi dietro il fatto che ancora si deve esprimere su questo punto il consiglio direttivo. Abbiamo ribadito che va integrata la graduatoria con tutti i non prioritari e che si deve procedere alla loro stabilizzazione. Analogamente abbiamo, per l'ennesima volta, richiesto di avviare le procedure per i cosiddetti comma 2.

La posizione dell'ente è che solo se ci saranno risorse esplicitamente e univocamente dedicate "obbedirà" alla legge e procederà nelle stabilizzazioni. 

Sono stati letti all'ente, dai precari presenti nella delegazione della CGIL, i pareri delle commissioni cultura di Camera e Senato in cui esplicitamente si dice che parte dei fondi del decreto di riparto del FOE 2019 devono essere utilizzati per stabilizzare i comma 1 e i comma 2 della legge Madia, pena la ridistribuzione dei fondi presso gli altri enti. Nonostante quindi il rischio di perdere fondi l'ente sembra preferire non procedere con le stabilizzazioni.

Ovviamente, non condividendo questa posizione, continueremo a insistere per la stabilizzazione di tutto il personale precario, lavorando contestualmente al miglioramento di tutte quelle norme utili al raggiungimento dello scopo.

La mobilitazione non si deve fermare finché non sarà trovata una soluzione per tutti.

Altre notizie da: